Viagra Boys – viagr aboys
Quarto capitolo nella carriera dei Viagra Boys: il disco, che arriva dopo quasi tre anni dal precedente “Cave World“, è stato prodotto dalla stessa band svedese insieme al loro frequente collaboratore Pelle Gunnerfeldt ed è il primo a uscire per la Shrimptec Enterprises, la nuova label di loro proprietà.

La press-release spiega che “Viagr Aboys” incanala l’acuto umorismo osservativo della band di Stoccolma e la sua capacità unica di smontare tutto e niente allo stesso tempo, giustapponendo la vita reale all’alta arte.
Gli svedesi iniziano subito facendo centro con il principale singolo “Man Made Of Meat” che, con quel suo ritornello catchy e intellingente, esalta le loro caratteristiche punk, incediando l’atmosfera fin dall’inizio (mentre citano anche Chandler Bing, ovvero il personaggio di “Friends” interpretato dal compianto Matthew Perry).
In “Uno II”, che prende il nome dal levriero italiano del frontman Sebastian Murphy, l’atmosfera si fa molto più rilassata ed elegante: tra synth e percussioni, quello che stupisce di più è però il flauto che veleggia leggero in mezzo a questo panorama inaspettato.
Proseguiamo il cammino e troviamo “Dirty Boyz” che ci sorprende con il suo saggio uso degli elementi elettronici che danno un’anima dance-punk tribale e ipnotica al brano, rendendolo una sicura hit per i dancefloor delle indie-disco nei prossimi mesi.
La cattiveria e la determinazione di “Store Policy”è un altro bonus di questo disco: in questo pezzo gli svedesi usano synth, elementi hip-hop e beat per aumentare la loro forza che si trasforma presto in qualcosa di delirante e inarrestabile.
Piano e fiati, invece, caratterizzano “River King”, che chiude il disco con un tono decisamente più morigerato e riflessivo rispetto a quello che i Viagra Boys ci hanno abituato in questi anni: la sua delicatezza e la sua gentilezza sono assolutamente inaspettate quanto gradite.
Con questo nuovo lavoro sulla lunga distanza i Viagra Boys sono stati capaci ancora una volta di allargare i loro orizzonti post-punk e, mentre non si snaturano, riescono a colpire nel segno, lasciandoci in eredità un quarto LP sempre esplosivo e assolutamente interessante. Non vediamo l’ora di scoprire dove li porterà il loro prossimo passo.
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