Ivan Capelli: «Donne in Formula Uno? Con le monoposto attuali è sempre più fattibile»
Ivan Capelli è stato un pilota in Formula 1 dal 1985 al 1993, guidando per una stagione anche la Ferrari. Oggi, a sessantuno anni, è volto e voce di Sky. La sua esperienza lo rende un commentatore puntuale e affidabile. Dopo le parole di Sebastian Vettel, sostenitore del progetto Race4Woman in Arabia Saudita, che aprono ad un futuro delle donne alla guida di una monoposto di Formula 1: «Una donna in F1? Un giorno sì. Non c’è motivo per cui debbano essere più lente dei maschi», abbiamo raggiunto Ivan telefonicamente per conoscere la sua opinione.
Siamo stati a Melbourne, dove si è svolta la prima gara di campionato, tra rookie («novellini») e un debuttante d’eccezione. Intorno, un mondo fatto di adrenalina, glamour e innovazione
«Mi trovo abbastanza d’accordo con ciò che ha dichiarato Sebastian. Se mi aveste fatto la stessa domanda ai tempi in cui ero un pilota di Formula 1 avrei risposto in maniera molto diversa».
«Con gli anni le monoposto sono cambiate molto, basti pensare all’introduzione del servosterzo e al posizionamento del cambio, che oggi è al volante. Già queste due modifiche rendono la vettura molto meno impegnativa a livello fisico da guidare».
Per diventare pilota di Formula 1 non ci sono scorciatoie. «Verissimo. Serve prima fare bene in Formula 3 (dove ci sono state presenze femminili ndr) e poi raggiungere almeno gli obiettivi minimi in Formula 2 per poter prendere la superlicenza FIA, che è la patente necessaria e obbligatoria per scendere in pista in Formula 1».
«Ormai un pilota di Formula 1 passa tante ore in palestra per svolgere allenamenti fisicamente molto impegnativi, alcuni super specifici per resistere allo stress al quale si è sottoposti durante i Gran Premi. Tra le difficoltà maggiori, certamente la forza di gravità che in frenata o in curva può raggiungere i 5g, questo significa che i piloti sentono una forza equivalente a cinque volte il loro peso corporeo».
«Ricordo che una volta, la moglie di Toto Wolf, Susie, riuscì a chiudere un giro a mezzo secondo di distacco da Felipe Massa. Il problema è che una cosa è farlo una volta, un’altra è riuscire a mantenere questo tipo di prestazioni per tutta una stagione».
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