Scienza e tecnologia

due approcci diversi nel raccontare il Giappone feudale

Il Giappone medievale ha, soprattutto negli ultimi anni, esercitato un fascino irresistibile sull’immaginario pop, tra samurai, ninja e paesaggi mozzafiato. Due delle opere videoludiche più chiacchierate degli ultimi anni, Ghost of Tsushima e Assassin’s Creed Shadows, ci offrono due visioni profondamente diverse dello stesso periodo storico.

Ma come riescono a valorizzare il tema del Giappone? Lo fanno attraverso due filosofie opposte: una improntata alla fedeltà storica, l’altra all’omaggio cinematografico ed epico.

Si tende a precisare come la presente analisi non punti a creare una discrasia tra i fan che preferiscono un titolo all’altro ed a fomentare, quindi, un partito o l’altro, quanto ad omaggiare il lavoro compito dagli sviluppatori, intento a portare al pubblico nel miglior modo possibile il Giappone.

Ubisoft e Sucker Punch, confronto tra due filosofie di sviluppo

Ubisoft, con la sua serie di punta, ha sempre puntato sulla ricostruzione storica accurata, bilanciata da una narrazione di finzione che si intreccia con eventi realmente accaduti. Ciò è ben visibile soprattutto nelle curatissime ambientazioni che i titoli della saga offrono, basti pensare alla bellissima Notre Dame della Parigi di Assassin’s Creed Unity o alla magnifica Londra vittoriana del capitolo successivo. Assassin’s Creed Shadows prosegue questa storica tradizione, proponendo un Giappone feudale realistico e dettagliato, dove le figure di Yasuke e Naoe si muovono in un contesto sicuramente affascinante.

D’altro canto, Sucker Punch ha scelto un approccio più romantico e cinematografico con Ghost of Tsushima, ispirandosi apertamente alla filmografia del maestro Kurosawa in primis (con la possibilità di attivare un filtro grafico dedicato a quest’ultimo tramite impostazioni). Il gioco non insegue il realismo storico con rigore documentaristico, ma piuttosto offre una visione stilizzata e poetica del Giappone, enfatizzando l’onore, il sacrificio e la bellezza del paesaggio.

Due fedeli e suggestivi approcci visivi e artistici

Uno degli aspetti più evidenti di questa differenza filosofica si manifesta, come facilmente intuibile, nel comparto artistico. Ghost of Tsushima punta su un’estetica estremamente cinematografica, con colori saturi, campi lunghi evocativi e un uso magistrale della luce in un’art direction d’eccezione. L’intento è quello di far vivere al giocatore un film di samurai interattivo, più che un documentario storico.Invece, Assassin’s Creed Shadows si concentra su una riproduzione meticolosa dell’architettura, degli ambienti e degli abiti, mirando a trasportare il giocatore in un contesto storico verosimile con città, villaggi e castelli modellati con attenzione ai minimi dettagli.

Due modi di raccontare lo stesso mondo

Mettendo da parte comparto tecnico, scrittura, gameplay o altro, sia Ghost of Tsushima che Assassin’s Creed Shadows valorizzano il Giappone ma modi diversi. Come già detto, il primo lo fa attraverso il mito, la stilizzazione e l’omaggio al cinema d’autore, cosa che si è rivelata amatissima dai fan. Il secondo punta sul realismo, sulla fedeltà storica e sulla ricostruzione un po’ più dettagliata della precedente. Due visioni che non si escludono a vicenda, ma che fortunatamente arricchiscono il panorama videoludico offrendo due esperienze uniche per chi sogna di immergersi nel fascino del Sol Levante storico.

Quale delle due interpretazioni riesce meglio a trasmettere l’anima del Giappone? La risposta, forse, sta nelle emozioni che ciascun giocatore prova esplorando questi mondi virtuali ma che sembrano reali allo stesso tempo. E, infine, dove si posizionerà Ghost of Yotei in tutto questo?


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