I topi potrebbero rivelarsi ottimi sommelier
Tutti sanno che i topi possono essere grandi chef: ma come se la cavano in sala? Un gruppo di scienziati ha “creato” i primi topi sommelier.

La Disney ha ampiamente dimostrato che i topi possono essere ottimi chef, a tratti persino migliori degli esseri umani. Ecco, a distanza di quasi vent’anni da Ratatouille un gruppo di scienziati ha preparato più o meno innavertitamente il canovaccio per il seguito: topi sommelier.
Come a dire: se è vero che se la cavano in cucina perché non dovrebbero brillare anche in sala? Un gruppo di ricercatori formato da quattro atenei (Londra, Lincoln, Trento e Vienna) ha messo alla prova i nostri protagonisti spingendoli a distinguere i profili aromatici di due varietà di vino.
Un po’ come il WSET, ma con più premi in palio
L’esperimento, al netto del gergo scientifico, è piuttosto semplice: nove topi sono stati incoraggiati ad annusare alcuni campioni di vino, ossia quattro Sauvignon Blanc, provenienti da Francia e Cile, e quattro Riesling, provenienti da Germania, Francia e Austria. Una volta compiuto l’esame olfattivo gli animali dovevano usare il naso per premere una leva specifica. In caso di risposta corretta c’era un premio in palio (leggere: del cibo), mentre una risposta sbagliata portava a una penalità.
Quella che vi abbiamo appena descritto, opportunatamente riassunta, è stata descritta come la fase di allenamento; che di fatto si è tenuta fino a quando i topi non sono riusciti a ottenere l’80% di risposte corrette per tre sessioni consecutive. Terminata la practice, ovviamente, c’è stato l’esame.
Gli scienziati hanno preparato campioni di vini che i topi già conoscevano e altri inediti. I risultati sono più che eloquenti: i nostri provetti sommelier hanno fatto registrare un tasso di successo del 94% con i vini conosciuti e del 65% con i campioni che non avevano mai “assaggiato” prima (ma che, è bene notarlo, consistevano sempre e comunque in Sauvignon Blanc e Riesling).
I risultati “indicano che un mammifero non umano può distinguere tra categorie di odori complessi”, e – aggiungiamo noialtri – che i topi potrebbero tranquillamente competere con la ben più noiosa “lingua elettronica”. Tutti tranne un certo Peanuts, a quanto pare: il nostro avrebbe completato con successo la fase di formazione, ma ha avuto qualche difficoltà di troppo durante l’esame. Al prossimo esperimento: i topi provano ansia da prestazione?
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