Aumenta la pressione sui pronto soccorso: «Riorganizziamo la rete»
PESARO Continua ad aumentare la pressione degli utenti sui pronto soccorso della provincia, con una significativa percentuale di accessi impropri per una domanda di cura non filtrata dalla sanità territoriale. Per migliorare l’appropriatezza della risposta sanitaria e ridurre i tempi di attesa, la direzione dell’Ast di Pesaro Urbino prevede nel 2025 una riorganizzazione della rete dell’emergenza urgenza.
L’anno scorso i pronto soccorso dei quattro ospedali (a Pergola c’è un punto di primo intervento) hanno registrato complessivamente un incremento del 2,5% degli accessi passando da 112.718 del 2023 a 115.517 (nel 2023 l’aumento era stato dell’8,2%). Il pronto soccorso al quale si rivolge il maggior numero di pazienti (secondo in regione solo al presidio di Torrette di Ancona) si conferma quello di Fano, essendo il punto di riferimento oltre che della terza città delle Marche di un ampio territorio che abbraccia le due valli Metauro e Cesano. Nel 2024 gli accessi sono stati 44.280 (+653 rispetto al 2023 con un aumento percentuale dell’1,5%), a Pesaro si sono contati 42.361 accessi (+1.508 pari al 3,7%), a Urbino 22.830 (+423 pari all’1,9%), a Pergola 6.046 (+215 pari al 3,6%).
Secondo l’attività di triage svolta nelle quattro strutture nel 2023 (gli ultimi dati pubblici disponibili), poco più della metà dei casi trattati riguarda urgenze minori mentre un accesso su quattro si riferisce a urgenze differibili o a non urgenze. In particolare, i codici verdi (urgenza minore) sono stati il 51% del totale, i codici azzurri (urgenza differibile) il 20,5% e i codici bianchi (non urgenza) il 4,3%. I casi più gravi corrispondono all’incirca a un accesso ogni quattro. Nella specifico, si è registrato il 19,6% di codici arancioni (urgenza) e il 4,6% di codici rossi (emergenza).
La revisione programmata
Nel piano integrato di attività e organizzazione 2025-2027, il direttore generale dell’Ast 1, Alberto Carelli, segnala tra le linee strategiche 2025 la «revisione della rete dell’emergenza urgenza e della continuità assistenziale assicurando la presa in carico in ambito extraospedaliero di un’importante parte della casistica che oggi accede impropriamente ai pronto soccorso; l’obiettivo è quello di separare i percorsi dell’emergenza (patologie tempo dipendenti) e dell’urgenza (patologie che richiedono la presa in carico immediata e un trattamento entro le 12/24 ore). Si tratta, infatti, di bisogni distinti, ugualmente appropriati ma che necessitano di risposte diversificate per sede, modalità, percorsi e organizzazioni».
Carelli evidenzia che «per il triennio 2025-2027 si conferma l’obiettivo di superamento della modalità delle esternalizzazioni dei servizi medici, alla quale l’azienda è stata costretta a rivolgersi per garantire la continuità dei servizi di alcune strutture. È nota la criticità dei pronti soccorsi e delle pediatrie, aggravata da una situazione deficitaria anche nell’ambito dei medici di base e pediatri di libera scelta. Così come si è resa palese la difficoltà di reclutare medici da assegnare a sedi disagiate».
I medici da assumere
Nel piano occupazionale 2025 è prevista «l’assunzione di 116 unità di dirigenti medici nella quasi totalità a tempo indeterminato e declinati nelle varie discipline/specialità insistenti presso l’azienda». Un contingente volto a coprire il turn over del personale e anche il potenziamento a cui mira la direzione generale con la nuova organizzazione. Carelli sottolinea che sono previste «16 unità di personale medico nelle discipline di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, di pediatria, di ginecologia e medicina Interna, specificatamente rivolte alla soluzione dei rapporti con le ditte esterne/cooperative per guardie mediche».
Nella relazione al bilancio di previsione 2025, il direttore generale rileva che i punti su cui «è necessario lavorare in maniera integrata e strutturata per aumentare la capacità e la resilienza del sistema» sono: sovraffollamento del pronto soccorso, inappropriatezza di accesso al pronto soccorso, gestione della cronicità, degenza media e ricoveri inappropriati, analisi della rete della bassa complessità territoriale e della continuità assistenziale.
Le misure previste
«Il pronto soccorso – osserva Alberto Carelli – rappresenta il nodo strategico della rete».
L’obiettivo mediante campagne informative rivolte ai cittadini è quello di aumentare la percentuale di pazienti che si affida al 118 rispetto all’accesso con mezzi propri per evitare il rischio di un ritardo diagnostico.
«Nel corso del 2025 – annuncia Carelli – saranno attuati protocolli operativi di valutazione rapida per ridurre i tempi di attesa, facilitare la diagnosi e il conseguente avvio al percorso terapeutico più appropriato. Sarà anche attivato un efficiente percorso di selezione dei casi potenzialmente gravi che comporti l’esecuzione di valutazione medica ed elettrocardiogramma nel minor tempo possibile dall’arrivo».