Lazio

le incognite sulla festa della Liberazione

Roma si prepara a vivere giorni carichi di emozioni e tensioni, in un equilibrio fragile tra lutto, memoria e dissenso.

Da un lato la maestosa liturgia dell’addio a Papa Francesco, con i suoi cinque giorni di lutto nazionale e le 200mila persone attese per i funerali sul sagrato di San Pietro.

Dall’altro, l’anniversario più denso di significato civile e politico: l’80esimo 25 aprile, che quest’anno rischia di diventare un campo minato.

Il cuore della Capitale è stretto in una morsa simbolica. Tra le delegazioni internazionali in arrivo da ogni angolo del mondo per rendere omaggio al pontefice e l’affollarsi di cortei, celebrazioni, comizi e voci antifasciste, si addensano le nubi di una possibile frizione. Il confine tra raccoglimento e conflitto è sottile.

Una memoria contesa

A infiammare il clima ci ha pensato il ministro Nello Musumeci, con parole che non sono passate inosservate: “Tutte le cerimonie sono consentite, ma con la sobrietà che la circostanza impone“. Una frase che, letta in un’Italia sempre più polarizzata, è bastata per accendere le polemiche.

A sinistra si grida al tentativo di sminuire il valore della Liberazione, mentre l’ANPI — pur condividendo il lutto nazionale per la scomparsa del Papa — conferma ogni appuntamento del 25 aprile, dal corteo mattutino alle marce nei quartieri popolari della città.

immagine di repertorio

Porta San Paolo, epicentro di un possibile scontro

Proprio Porta San Paolo torna a essere il punto nevralgico di possibili tensioni. Lì, dove l’antifascismo romano celebra ogni anno la Resistenza, si teme lo scontro tra la Brigata Ebraica e gruppi legati alla causa palestinese, che su Instagram denunciano “l’usurpazione” del luogo da parte di chi, a loro dire, “oggi rappresenta un nuovo fascismo”.

Il Movimento Giovani Palestinesi ha già lanciato l’appello alla mobilitazione alle ore 8 del 25 aprile, accusando l’ANPI di aver “abbandonato la difesa” di Porta San Paolo.

Un déjà-vu rispetto allo scorso anno, con scontri e cordoni di polizia a separare fazioni in aperto conflitto, nonostante condividano — almeno a parole — la stessa matrice antifascista.

Una città che cammina sul filo

Nel frattempo, il Campidoglio si interroga sul destino delle iniziative culturali programmate dal 25 al 27 aprile, a San Lorenzo, con oltre 80 appuntamenti. Gli eventi del 26 — giorno dei funerali — sono già stati annullati.

Per gli altri si attende una decisione condivisa tra il sindaco Gualtieri e l’assessore alla Cultura Smeriglio. Il rischio di cancellare, o ridimensionare, una festa civile in nome del lutto religioso è reale. Ma anche il rischio opposto: lasciare che le piazze si infiammino in un contesto così sensibile.

Tra storia e attualità

In fondo, tutto ruota attorno a una domanda irrisolta: possono coesistere lutto e lotta? È possibile onorare un uomo di fede e al tempo stesso celebrare una liberazione conquistata col sangue? La Roma di questi giorni — fatta di pellegrini, poliziotti, studenti, militanti, turisti — sembra muoversi come un funambolo sulla corda sottile della storia.

Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.

Scrivi un commento


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »