Società

Dopo Papa Francesco, chi è il più papabile? L’abbiamo chiesto a ChatGPT

Dopo la scomparsa di Papa Francesco, il Vaticano ha fatto ufficialmente scattare l’interregno: nove giorni di lutto e poi, entro 15‑20 giorni, si aprirà il Conclave «più difficile della Storia», come lo hanno definito molti osservatori, riferendosi alla difficile eredità lasciata da Francesco. Una cosa è certa, dopo una serie di fumate nere, arriverà finalmente quella bianca ad annunciare il nuovo pontefice. Sarà un papa di continuità o di rottura? Extra-europeo o europeo? Di quale Europa?

Il pronostico di ChatGPT? È tutto per due italiani

In questa fase delicata, mentre il mondo cattolico piange il «Papa dei poveri» e si prepara al voto, vaticanisti e analisti stanno cercando di capire quale direzione prenderà la Chiesa. Noi abbiamo provato a chiedere un pronostico a ChatGPT, nello specifico al modello ChatGPT-4o in modalità “ragionamento”.

La risposta? «Giocando a fare i vaticanisti da salotto, il nome che salta fuori più spesso è quello del Cardinale Pietro Parolin, 70 anni, segretario di Stato dal 2013». Secondo l’intelligenza artificiale, «è l’uomo che più unisce i due «blocchi» del conclave, forte della sua grande esperienza diplomatica e della stima trasversale che raccoglie tra i porporati. Il classico candidato di compromesso, uno di quei nomi che si impongono quando si cerca stabilità e continuità».

E in effetti, Parolin ha le carte in regola: «ministro degli esteri» del Vaticano da oltre un decennio, ha gestito dossier delicatissimi, dai rapporti con la Cina alla diplomazia in Medio Oriente e Ucraina. «È lo statista del gruppo», riflette ChatGPT. Moderato – né apertamente progressista né ultra-conservatore – potrebbe rappresentare «un ponte tra le due principali correnti nel collegio cardinalizio, spesso in cerca di una figura di equilibrio».

Al secondo posto, ChatGPT mette l’arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, il Cardinale Matteo Maria Zuppi (69 anni). Ex sesantottino, amatissimo dalla sua città e apprezzato per il suo stile dialogante e l’attenzione ai temi sociali, nello spirito della Comunità di Sant’Egidio da cui proviene. La perfetta nemesi tra il prete di strada e il curiale navigato. «Una figura amata tanto nei corridoi vaticani quanto fuori: potrebbe incarnare una linea di continuità “francescana”, ma con un volto ancora più conciliante».

Gli altri candidati elencati da ChatGPT

Oltre ai cardinali Parolin e Zuppi, ChatGPT ha snocciolato anche altri possibili papabili.
Tra i nomi più caldi spunta il Cardinale Luis Antonio Tagle, 67 anni, filippino, alla guida di Caritas Internationalis dal 2015. «Con il suo carisma trascinante e l’incessante attenzione ai poveri, viene visto come l’“Asian Francis”, potenziale pioniere di quella “svolta Global South” che la Chiesa attende da tempo. Tuttavia, alcune ombre organizzative emerse negli ultimi anni sembrano averne un po’ raffreddato le quotazioni».

Altro profilo intrigante è quello di Jean-Claude Hollerich, 72 anni, lussemburghese, presidente della COMECE, che da gesuita ha promosso il percorso sinodale europeo e spinto su riforme interne importanti. «Considerato “la carta progressista” da chi sogna una Chiesa ancora più inclusiva». Infine, per l’ala più conservatrice, rimane in lizza il Cardinale Péter Erdő, 72 anni, arcivescovo di Esztergom-Budapest: «teologo rigoroso, diplomatico navigato, potrebbe aggregare voti in caso di stallo tra i due principali schieramenti».

Attenzione: mai prendere come oro colato la parola di un chatbot

Un pronostico resta pur sempre un pronostico, e va maneggiato con cura – a maggior ragione se a farlo è un’intelligenza artificiale. Tra i motivi per cui Parolin viene indicato come favorito, GPT sottolinea anche il fatto che sia italiano: dopo tre pontefici non italiani (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco), molti porporati – soprattutto della Curia – avrebbero una certa nostalgia di un Papa «di casa».

Ma facendo ragionare ancora il modello, emergono anche i dubbi: il global shift iniziato da Francesco, con una Chiesa sempre più internazionale, potrebbe rendere la scelta di un italiano una mossa percepita come un passo indietro. Con circa l’80% del collegio cardinalizio formato da porporati nominati da Bergoglio, il prossimo conclave rispecchierà un mondo cattolico ormai planetario: 135 cardinali da 71 paesi, pronti a dire la loro. «Quest’assetto rende più complicato individuare un favorito “di cartello” e amplia la possibilità di sorprese», avverte ChatGPT.

Chi vince davvero?

Resta il fatto che le dinamiche del conclave sono imperscrutabili: la bilancia tra “vecchia guardia” e nuove sensibilità, le alleanze segrete, le consultazioni notturne… ogni elemento può capovolgere i pronostici fino alla fumata bianca. L’unica certezza? «Che, come in una partita a scacchi giocata all’oscuro, anche il più forte dei favoriti può cadere per uno scacco matto inatteso. E allora, avanti coi vostri pronostici da social e salotti intellettuali: il prossimo papa potrebbe essere chiunque, e nessuno potrà dirlo fino all’ultimo voto». Parola di ChatGPT.


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