Scienza e tecnologia

niente barra della stamina per un’azione senza sosta

Uno degli elementi fondanti della serie di Dark Souls è la meccanica della stamina, che consente al giocatore di mandare a segno attacchi e compiere azioni difensive. Un’attenta gestione di questo elemento si rivela fondamentale nella maggior parte di questi giochi, eppure ci sono alcuni soulslike che ne hanno fatto totalmente a meno.

Sekiro Shadows Die Twice

Il primo nome che sovviene alla mente è, inevitabilmente, Sekiro Shadows Die Twice, che fa proprio dell’assenza della stamina una sua caratteristica fondamentale. Sekiro rompe gli schemi classici del soulslike abbandonando la meccanica che rendeva tanto ragionato il ritmo di gioco di Dark Souls, rivoluzionando e velocizzando l’approccio al combattimento. Qui non si tratta più di gestire risorse per attaccare o schivare: la chiave è la postura, un sistema che trasforma ogni scontro in un duello dinamico e teso, dove il tempismo e la pressione costante sono la chiave per la vittoria. Lupo deve imparare i pattern d’attacco del suo nemico, leggere le sue intenzioni, parare ogni colpo con precisione e contrattaccare nel momento esatto per spezzarne la guardia. La mancanza di stamina libera il giocatore da ogni freno, ma lo costringe a essere sempre presente, reattivo, aggressivo. Sekiro non ti chiede solo di sopravvivere, ma di dominare lo scontro imponendo sull’avversario il proprio ritmo di combattimento. È un soulslike dove l’arte della spada diventa una danza mortale, e dove l’errore non si paga con frustrazione, ma con lezioni da interiorizzare. Un’esperienza intensa, viscerale, ed unica nel panorama degli action game 3D.

Death’s Door

Death’s Door si presenta come un action-adventure isometrico che, pur attingendo chiaramente dai canoni dei Soulslike, decide coraggiosamente di abbandonare una delle meccaniche più sacre del genere: la barra della stamina. Il risultato è un sistema di combattimento più dinamico, reattivo e accessibile, che non sacrifica però la profondità o la sfida. Il titolo di Acid Nerve conserva tutto ciò che i fan del genere cercano: boss fight toste e memorabili, pattern letali da imparare, progressione ambientale alla Dark Souls e un mondo affascinante che nasconde segreti dietro ogni angolo. Ma lo fa con un ritmo più serrato e meno punitivo sul piano della gestione delle risorse. La rimozione della stamina non è un compromesso, ma una scelta di design intelligente che snellisce l’esperienza senza snaturarla. Death’s Door riesce così a coniugare accessibilità e sfida, mantenendo viva la tensione in ogni combattimento.

AI-Limit

AI-LIMIT porta il concetto di soulslike in un futuro distorto e cibernetico, dove il dolore e la bellezza convivono in ambienti decadenti, popolati da creature biomeccaniche e segreti sepolti. Ma ciò che definisce il gioco, oltre alla sua identità visiva unica, è un sistema di combattimento rapido e libero dalla stamina. In un genere in cui ogni mossa di solito va ponderata con cautela, AI-LIMIT ti spinge invece verso un approccio più frenetico, che punta su agilità, combo, contrattacchi e uso dinamico di armi e abilità. Non sei limitato nel numero di colpi o schivate, ma nel modo in cui leggi il nemico e reagisci alle sue provocazioni. Ogni battaglia diventa un duello fluido, quasi da hack ‘n’ slash, ma con la tensione tipica dei soulslike: pochi errori bastano per perdere tutto. Il risultato è un mix interessante tra aggressività e controllo, che modernizza il genere senza snaturarlo. Se cerchi un soulslike che non ti freni ma ti metta alla prova attraverso velocità e reattività, AI-LIMIT potrebbe sorprenderti.


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