Gardaland compie 50 anni: l’importanza delle emozioni dai cow-boy a Peppa Pig
La storia di Gardaland comincia a Disneyland, nei primi anni Settanta. È in California che l’imprenditore veronese Livio Furini viene folgorato dall’idea di importare sulle sponde del Lago di Garda un po’ di America. Compra un terreno di 90mila metri quadri (oggi Gardaland si estende per oltre 500mila) e nel 1975 inaugura Gardaland, il primo parco a tema italiano.
Sono passati 50 anni esatti da quella intuizione fortunata, non sono neanche le 10 del mattino, i cancelli non sono ancora aperti e una folla di famiglie, coppie e comitive attende con ansia l’inizio della giornata e il Welcome Show. Ogni giorno ballerini, canzoni e l’immancabile Prezzemolo danno il benvenuto ai propri ospiti, spalancando le porte del parco e facendo affluire i primi avventori che corrono – letteralmente – per accaparrarsi un posto sulle montagne russe.
Circo, cowboy e indiani
Si entra da dove tutto è cominciato, dal castello medioevale con orologio fiorito che scandisce la giornata. La Gardaland degli inizi cominciava e finiva poco oltre ed era un mix fra un circo stabile, un luna park, la scenografia di un film western e quella delle fiabe di principi e principesse. Oggi Gardaland è molto di più, ma il «regno della fantasia» di allora è tutt’altro che tramontato.
Il Transgardaland Express porta ancora in giro i visitatori lungo il perimetro del nucleo storico del parco, e i bambini si fanno le foto in sella a cavalli in vetroresina a grandezza naturale. Gli spettacoli ispirati al mito del Far-West e le passeggiate in sella a cavalli (veri) dei primi anni sono solo un ricordo, non si sentono più gli spari a salve dell’assalto al treno messo in scena come in un film, e gli altoparlanti gracchiano invece musiche moderne che inneggiano alla magia di Gardaland, sovrastate solo dalle urla disperate di chi viene sparato a tutta velocità sulle montagne russe più adrenaliniche. Gardaland ha da sempre la missione di far vivere avventure con il risultato di essere una stratificazione di epoche storiche, riferimenti culturali e generazioni di giochi e di bambini.
50 anni di nuove avventure
Al suo esordio, il parco includeva il villaggio Rio Bravo, un ristorante di cucina tipica veneta, un labirinto con pagoda, una casa stregata, un tendone del circo, uno spettacolo di delfini e un laghetto per la pesca sportiva in cui nel 1977 «atterrò» una giostra a forma di disco volante e poi un razzo con simulatore di volo nello spazio.
In 50 anni il parco si è ampliato ma soprattutto si è evoluto, introducendo otto volanti, nuovi personaggi, tecnologie e ambientazioni al passo con i tempi. Alcune non esistono più, altre sono state rinnovate, non senza le relative polemiche. Ogni anno vengono presentate nuove attrazioni e per un anniversario così speciale mi ritrovo alla cerimonia di apertura di Animal Treasure Island, tecnicamente una «water dark ride interamente sotterranea», che prende il posto de I Corsari nel Villaggio Inglese inaugurato nel lontano 1992. C’è attesa e un po’ di apprensione fra gli ospiti del primo giro inaugurale che temono il restyling dopo che La Valle dei Re dedicata all’Egitto, anno 1988, è stata smantellata nel 2019 per far posto a quella di Jumanji.
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