Emilia Romagna

Redditi medi, a Rimini uno dei valori più alti della provincia. “Dato positivo, ma gli evasori sono ancora tanti”


Sono stati recentemente diffusi i dati del ministero dell’Economia e delle finanze relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024 (anno d’imposta 2023). Per quanto concerne il Comune di Rimini, su un totale di 120.392 contribuenti, il reddito imponibile medio si attesta a 21.235 euro per l’anno di imposta 2023. Nel raffronto con il 2015, quando l’imponibile medio era pari a 18.620 euro, si rileva dunque un incremento del dato.

Si tratta di uno dei dati migliori a livello provinciale – sebbene i riminesi rimangano i più poveri della Romagna -, parallelamente a quello di Santarcangelo (imponibile medio di 21.361 euro, era 18.121 nel 2015) e Montegridolfo (21.594 per l’anno d’imposta 2023, 17.605 nel 2015). Nei vicini Comuni di Riccione e Cattolica, i redditi imponibili medi sono rispettivamente di 20.533 euro e 20.795 euro. I dati più bassi, invece, si registrano nei Comuni di Casteldelci (15.999), Sassofeltrio (16.770) e Gemmano (16.735). A livello provinciale, il numero totale dei contribuenti risulta pari a 275.032, di cui 2.118 dichiaranti un reddito superiore a 120mila euro.

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“In un arco decennale, le dichiarazioni Irpef medie sono cresciute di diversi punti e questo è un fatto positivo. Secondo i dati pubblicati in questi giorni dal ministero dell’Economia e delle finanze, relativi alla dichiarazione dei redditi Irpef 2024 (anno di imposta 2023), il reddito imponibile medio dei contribuenti riminesi si attesta a 21.235 euro, confermandosi tra i valori più elevati dell’intera provincia e superiore a quello di 18mila del 2015”, è il commento dell’assessore al Bilancio del Comune di Rimini, Juri Magrini.  

“I dati del Mef ci restituiscono una fotografia articolata: oltre il 50% dei contribuenti riminesi si colloca nelle fasce tra i 15mila e i 55mila euro di reddito imponibile, con un 28% nella sola fascia 15mila – 26mila euro. Circa lo 0,8%, invece, ha dichiarato redditi oltre i 120mila euro, dato che fa emergere alcuni interrogativi – prosegue -. Senza voler fare processi alle intenzioni, è chiaro che la componente del sommerso, in Italia come a Rimini, resti corposa. È un fenomeno che mina il principio di equità e che stiamo affrontando con determinazione, grazie a un lavoro sinergico tra uffici comunali e organi competenti. Un lavoro che ha già portato risultati concreti in termini di recupero dell’evaso e che intendiamo rafforzare ulteriormente”. 

“Solo negli ultimi quattro anni – ricorda Magrini – l’attività di verifica ha portato a un recupero di oltre 50 milioni di euro, che si stima possa superare i 60 alla fine del 2025. Di questi, circa 38 milioni fanno riferimento all’Imu. Questo significa reinvestire sulle progettualità del Comune che toccano la vita di tutti i giorni dei cittadini: scuole, asili, musei, infrastrutture, viabilità, solo per capire a livello figurativo la grandezza della cifra che ci troviamo di fronte, e che è il frutto di un attento e costante lavoro da parte degli uffici comunali, attraverso anche l’impiego di strumenti e di tecnologie sempre più affinate. Per Rimini è un tema essenziale, che vuol dire nuove opportunità, nuovi servizi, più equità”.


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