Piemonte

Violentò due pazienti nel reparto psichiatrico: fotografo assolto perché incapace di intendere


È stato assolto questa mattina, 15 aprile, con formula piena: «totalmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti». Così si è chiuso il processo a carico di un fotografo di origini irachene, accusato di aver aggredito sessualmente due donne durante il ricovero nel reparto di psichiatria universitaria delle Molinette di Torino.

Le violenze, ritenute provate e non contestate, risalgono a una notte di due anni fa, in un contesto già delicato: il 90% dei pazienti in quel reparto è di sesso femminile. L’uomo, difeso dall’avvocato Roberto Capra, si trovava ricoverato in seguito a un grave disturbo psichico. Secondo i consulenti nominati dal giudice, era in uno stato di totale incapacità mentale al momento delle aggressioni.

La violenza

Era stato trasferito in reparto attorno alla mezzanotte, dopo una crisi psicotica scoppiata al pronto soccorso. Si sospetta che fosse sotto l’effetto combinato di cannabis e alcol. Adagiato su un lettino nel corridoio, si sarebbe poi introdotto nella stanza di una donna di 36 anni, violentandola. Le ha staccato il catetere e ha strappato il cavo dell’allarme di emergenza.

La donna, dopo alcuni minuti, è riuscita a divincolarsi e a urlare. L’uomo, preso dal panico, ha cercato rifugio nella stanza accanto, dove ha aggredito una seconda paziente. L’intervento della compagna di stanza, che con fatica è riuscita a far scattare l’allarme, ha messo fine all’incubo. Quando il personale è accorso, l’aggressore era ancora con i pantaloni abbassati. Ha tentato di fuggire, ma è stato fermato da un medico.

I dubbi della parte civile e l’inchiesta parallela

Una delle vittime, assistita dall’avvocata Elena Negri, si era opposta alla scelta del rito abbreviato, chiedendo un supplemento di perizia psichiatrica: richiesta non accolta. La difesa ha sostenuto che, nonostante i successivi permessi ottenuti per attività legate alla sua professione, l’imputato fosse totalmente incapace di intendere durante i fatti contestati.

Nel frattempo, resta aperta una seconda indagine, avviata dalla Procura, sui presunti ritardi nei soccorsi e su eventuali omissioni da parte del personale sanitario. Alcuni operatori del reparto risultano attualmente indagati.


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