in regione sei richieste in cinque anni
Sono sei in tutto le richieste per accedere al suicidio medicalmente assistito come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale che sono pervenute alle aziende sanitarie regionali dal 2020 ad oggi, quattro ad Asugi e due in Asufc. Lo ha reso noto l’assessore regionale alla Salute rispondendo a una Iro in III Commissione, che richiedeva anche quante persone avessero ricevuto risposta dalla Commissione medica e dal Comitato etico, in quali tempistiche e in quanti casi siano stati riscontrati i requisiti per procedere, in quanti di casi sia stato necessario l’intervento dell’Autorità giudiziaria e a quanto ammonta, per ciascuno dei casi citati, il costo per ogni singola azienda per le spese legali e per quelle connesse, oltre che per le sanzioni eventualmente ricevute per i ritardi nell’attuazione delle procedure, come ordinato dai tribunali nell’ambito dei vari procedimenti.
Rifiutata la richiesta di Martina: la decisione
Le richieste
In particolare, l’assessore ha reso noto che dal 2020 ad oggi sono pervenute ad Asugi quattro richieste, rispettivamente nel 2022, nel 2023, nel 2024 e nel 2025. Le istanze presentate nel 2022, nel 2023 e nel 2024 hanno ricevuto riscontro con pareri espressi dalla Commissione medica di valutazione aziendale e dal Nucleo etico per la pratica clinica di Asugi; la richiesta presentata nel 2025 è stata rinunciata dal richiedente. Quanto alle tempistiche, tutti i termini sono stati rispettati e allo stato è stata verificata la sussistenza dei presupposti previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019 in relazione al primo dei quattro casi.
I costi
Rispetto al tema del contezioso, solo nel primo caso di richiesta di accesso al suicidio assistito è stato necessario il ricorso del richiedente all’Autorità giudiziaria per l’avvio della procedura. L’Azienda non ha ricevuto sanzioni in quanto ha provveduto tempestivamente a eseguire quanto ordinato dall’Autorità giudiziaria. I costi netti sostenuti dall’Azienda per le spese legali ammontano a 9.421,5 euro per il primo caso, 12.503,5 euro per il secondo caso, vertenza originatasi dall’impugnazione da parte del richiedente delle valutazioni della Commissione aziendale e del Nucleo etico; 16.384 euro per il secondo caso, vertenza originatasi da una nuova impugnazione della valutazione della Commissione e attualmente in corso.
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