Marche

manufatti in cemento realizzati senza nulla osta

ANCONA I grottaroli ancora nel mirino della procura. Si è aperta ieri davanti al giudice Antonella Passalacqua l’ultima tranche dell’inchiesta che ha portato la procura a indagare su possibili occupazioni demaniali abusive e sulla realizzazione non consentita di manufatti in cemento, come per esempio gli scivoli per agevolare l’ingresso delle barche in acqua.

L’ultimo processo, nato dall’unione di due fascicoli, vede sotto accusa 37 grottaroli del Passetto. A tutti viene contestato un articolo del Codice della Navigazione, che punisce chi occupa il demanio marittimo con manufatti realizzati senza la dovuta autorizzazione. Si tratta, principalmente, di scivoli, basamenti e assemblati di cemento.

Il processo è stato incardinato poiché tutti gli imputati, difesi dall’avvocato Marco Pacchiarotti, si sono opposti al decreto di condanna emesso dal giudice. Convinti di essere nel giusto, hanno deciso di affrontare il dibattimento con l’obiettivo di ottenere l’assoluzione piena. Finora, in effetti, tutti i processi svolti con i grottaroli imputati si sono conclusi con un nulla di fatto: tutti assolti.

La querelle sulle grotte va avanti da quasi 40 anni. Tanto che il difensore Pacchiarotti aveva prodotto in un vecchio processo articoli di giornale risalenti al 1985, quando si dava notizia dell’uso pubblico degli scali d’alaggio che erano stati realizzati all’epoca dai grottaroli. Un uso pubblico, dunque, in contrasto con l’abusivismo contestato dalla procura.




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