«Fammi un pompino o dico a tutti che sei gay», condannato a sei anni
di Mar.Ros.
Condannato a sei anni e un mese dal collegio del giudice Simona Tordelli, un detenuto classe ’75, originario di Terni, accusato di violenza sessuale aggravata da minacce e violenza privata. I fatti risalgono al settembre del 2024 e si sono consumati all’interno del penitenziario di Sabbione durante l’ora di socialità, con la porta della cella socchiusa e in assenza di testimoni diretti: gli altri compagni erano uno a fare la doccia, l’altro impegnato in attività lavorativa. L’uomo che ha subito la violenza, in lacrime, si sarebbe poi confidato con loro e ha denunciato il fatto.
Violenza sessuale in carcere Secondo quanto ricostruito, durante una partita a carte il detenuto avrebbe toccato il compagno nelle parti intime poi lo avrebbe costretto a inginocchiarsi, abbassandosi contestualmente i pantaloni, minacciandolo di rivelare all’intero carcere la sua omosessualità. La difesa, rappresentata dagli avvocati Massimo Carignani e Flavio Aristei, alla richiesta di condanna dell’accusa (sei anni e sei mesi), chiedendo invece l’assoluzione, ha rappresentato ai giudici un quadro di contraddizioni nelle testimonianze rese dal denunciante, nonché evidenziato come l’orientamento sessuale dell’uomo in questione fosse già manifesta in quanto era già stato in passato rinchiuso nel carcere di Terni.
Violenza privata Due giorni dopo l’accaduto, risulta che l’uomo costretto al rapporto orale sia stato anche aggredito per le scale, sempre dallo stesso detenuto, che lo ha scaraventato a terra chiedendo insistentemente di ritirare la denuncia. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Marta Nardozzi del Foro di Roma, ha descritto la persona offesa come un uomo fragile, timido e spaventato. Un testimone, in particolare, ha detto che era terrorizzato dal detenuto che lo aveva prima costretto alla fellatio, poi aggredito. La difesa ha prodotto perizia sull’imputato, dalla quale quest’ultimo (ora ristretto nel carcere di Spoleto) risulta avere disturbi ed essere bipolare. Nel corso del processo ascoltati, tra gli altri, due ispettori e il comandante della polizia penitenziaria. Dalle varie deposizioni rese, è emerso anche che i due avessero un rapporto affettivo, che erano stati sorpresi in un abbraccio a scambiarsi effusioni. Il 50enne è stato condannato a sei anni e sei mesi oltre al risarcimento danni, spese legali e quelle sostenute per le terapie, in favore della persona offesa. L’importo sarà quantificato in sede civile (la richiesta della Nardozzi è di 27.112 euro). Intanto la provvisionale è pari a 10 mila euro. Le motivazioni in 15 giorni.
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