Lazio

La Capitale accoglie il primo treno Hitachi per la metro B

È quasi mezzanotte quando un lungo convoglio ferroviario, scortato dai fanali accesi nella notte romana, si ferma alla stazione Ostiense.

Non trasporta passeggeri né merci, ma un protagonista attesissimo, accolto come una vera star: il primo nuovo treno Hitachi destinato alla metropolitana di Roma.

Dopo un lungo viaggio partito da Reggio Calabria, dove è stato assemblato con cura nei capannoni della Hitachi Rail, il convoglio ha attraversato l’Italia per giungere finalmente nella Capitale, trainato da Mercitalia Rail. È una scena che sa di rinascita, di promessa mantenuta, di quel cambiamento che i pendolari romani aspettano da anni.

Ad accoglierlo, nel silenzio della notte, non solo tecnici e operatori, ma anche figure istituzionali come l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè e il presidente della Commissione Mobilità Giovanni Zannola.

Il nuovo treno, però, non entrerà subito in servizio. Dovrà affrontare una serie di test tecnici, collaudi, verifiche e ottenere i nulla osta necessari prima di poter aprire le sue porte ai passeggeri. Tempi non brevi, è vero, ma l’arrivo è già un segnale concreto che qualcosa si sta muovendo. E si muove su rotaie.

La metro B sarà la prima linea a beneficiare dei nuovi treni, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa e aumentare la frequenza delle corse, migliorando così l’esperienza quotidiana di migliaia di utenti.

E questo è solo il primo. Entro il 2028, infatti, Roma ne riceverà altri 35. Una flotta nuova, moderna, silenziosa, capace di rivoluzionare il volto delle metro romane.

Ogni treno sarà lungo 106 metri, composto da sei carrozze, 48 porte (24 per lato), 204 posti a sedere, quattro postazioni per sedie a rotelle, e una capienza totale di ben 1.204 passeggeri. Il tutto, ovviamente, con tecnologie di ultima generazione.

Il viaggio di questo primo treno è un piccolo grande passo per Roma. Ma, forse, il segnale che i tempi del trasporto “vecchio stile” stanno davvero cambiando. E stavolta, sui binari giusti.

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