Così la ristorazione diventa inclusiva (ma non tutti rispettano la legge)
Cinquecento milioni di euro all’anno di sanzioni versate da chi non rispetta la legge 68/1999, cioè la norma che stabilisce l’obbligo per le aziende di destinare una determinata quota delle assunzioni a lavoratori appartenenti alle categorie protette, tra cui le persone con disabilità: è un dato che fa riflettere e che non tiene conto delle perdite dovute alla mancata opportunità di arricchimento del tessuto sociale e professionale.
I 500 milioni si riferiscono a tutte le tipologie di aziende e settori, e, secondo le stime di PizzAut, circa 24o milioni di euro, e per difetto, siano dovute al settore della ristorazione. Ma sebbene vi siano delle aziende virtuose che fanno dell’inclusione sociale un valore aggiunto nel proprio modello di business, tante decidono di rischiare di pagare una multa salata e giornaliera di circa 196 euro per ogni lavoratore non assunto. Eppure queste risorse favoriscono l’integrazione sociale, migliorano l’immagine e, addirittura, fanno risparmiare le aziende grazie ad incentivi fiscali legati a politiche di inclusione. Non assumere un lavoratore con disabilità rappresenta invece una perdita per tutta la società, che perde l’opportunità di valorizzare talenti preziosi.
Il caso PizzAut
Tuttavia sono diverse le imprese virtuose nel settore della ristorazione, una dimostrazione che unendo iniziative sociali e culturali, il settore possa offrire un ruolo centrale nell’inclusione delle persone con disabilità. Questi progetti non solo forniscono opportunità di lavoro, ma contribuiscono anche a costruire una società più giusta, dove le persone, indipendentemente dalle loro difficoltà, possono contribuire attivamente e con dignità alla vita sociale ed economica.
Alcune realtà stanno facendo la differenza, come PizzAut Onlus, una cooperativa che ha scelto di dedicarsi a un obiettivo importante: l’inclusione delle persone con autismo nel settore della ristorazione. PizzAut non è un semplice ristorante, ma un progetto sociale che offre opportunità di formazione e lavoro a persone con autismo, insegnando loro le competenze necessarie per gestire un’attività ristorativa e gestito direttamente da loro. Il successo di PizzAut non si limita alla sola gestione del ristorante, ma si estende anche ai progetti formativi che hanno lo scopo di preparare i giovani per acquisire maggiore fiducia e preparazione anche al di fuori del ristorante e prepararli per altre sfide.
Un esempio virtuoso di come le aziende possano fare la differenza nell’inclusione sociale è la recente collaborazione tra PizzAut e gli hotel gestiti da Hilton in Italia. Questo partenariato ha avuto un impatto significativo, dimostrando come le grandi realtà aziendali possano contribuire attivamente a promuovere l’inclusione delle persone con disabilità. L’impegno di Hilton è nell’offrire opportunità lavorative concrete per le persone con autismo, aderendo al programma AutAcademy, un percorso di formazione professionale nel settore dell’ospitalità. Hilton, attraverso questa partnership, ha contribuito a finanziare il FoodTruck di PizzAut, un ristorante itinerante che permette ai ragazzi di lavorare in un ambiente dinamico e stimolante, imparando le abilità pratiche necessarie per gestire un’attività di street food.
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