Centrodestra all’attacco sull’evento di Salis, tra ironie sul marito regista e critiche ai “no”
Genova. “Tutto qui?”. Laconico il commento del presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, sull’evento di apertura della campagna elettorale della candidata del centrosinistra, Silvia Salis, circa un’ora di discorso letto dalla vicepresidente del Coni a una platea di oltre 1000 persone – alla sala Grecale del porto antico – e ad altrettante rimaste fuori per superamento della capienza.
Un commento laconico, quello del governatore ed ex sindaco di Genova, più volte intervenuto a supporto della candidato del centrodestra Pietro Piciocchi, e che però viene controbilanciato dall’eloquenza di altri esponenti della coalizione.
Così, tra facili ironie sulla “regia” dell’evento di Salis e riferimento al mondo del cinema a cui appartiene il marito Fausto Brizzi e più dirette accuse sui contenuti, definiti “vacui”, tra i primi a intervenire c’è il presidente del consiglio comunale, e coordinatore di Vince Genova, Carmelo Cassibba: “Ma a cosa abbiamo assistito? Ancora me lo chiedo. Un evento spettacolare, dal forte sapore americano, ricco di effetti scenici e retorica, ma privo di sostanza e senza alcuna conoscenza delle reali problematiche della nostra città (consiglio agli sceneggiatori maggior cura). Ancora una volta, la candidata voluta dal Pd ha dimostrato di non conoscere davvero Genova e le sue reali esigenze. Ha letto, con evidente nervosismo, ciò che per lei era stato scritto, sciolinando punti del programma privi di concretezza. Ai genovesi non bastano slogan e promesse vaghe: servono risposte serie e percorribili”, scrive in una nota.
“Emblematico è stato il suo attacco alla Tari, senza alcun accenno alle responsabilità pregresse e senza accenni al valore che ha oggi Amiu rispetto al 2017, di cui va dato merito a questa amministrazione così come per i percorsi già avviati per migliorare il servizio e la gestione dei rifiuti. Superficiale anche l’accenno al tema dell’inclusione: nessuna proposta concreta per migliorare la vita delle persone con disabilità, solo un riferimento generico privo di sostanza”, aggiunge Cassibba.
“Quello di oggi è stato uno show, più vicino a una produzione cinematografica o da prima serata, che a una campagna elettorale basata su idee, competenza e confronti ai quali pare sfuggire. Di grande impatto il video/sigla di apertura: che ci sia, nascosto, il tocco esperto del regista e marito Fausto Brizzi? Talento noto ai genovesi per i suoi bellissimi lavori realizzati grazie all’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Genova non ha bisogno di una candidata da copertina, di un copione scritto a tavolino e recitato davanti alle telecamere. Ha bisogno di una guida preparata, capace di affrontare le sfide della città con serietà, conoscenza e sentimento. Oggi non abbiamo visto nulla di tutto questo. Il suo domani? È il nostro ieri”, chiosa.
Anche Stefania Cosso e Federico Barbieri, rispettivamente coordinatore provinciale e cittadino di Orgoglio Genova, commentano la presentazione della candidata del centrosinistra, senza lesinare in giochi di parole.
“Bene la regia, abbastanza sincronizzati gli applausi, rivedibile la recitazione. L’americanata all’amatriciana ci restituisce una loro signora dei no decisamente deludente. Aveva promesso il programma, il timore è che sia davvero quello che ha letto stamattina ai Magazzini del Cotone. Non a caso il pubblico ha smesso di rispettare la partitura solo sul finale quando, come ogni librettista scafato, anche quello del centrosinistra ha riservato le battute più accattivanti in vista della discesa del sipario. E cosi la candidata ha detto al suo popolo quel che voleva sentire: no, no, no. Scatenando finalmente entusiasmo senza dettatura. Aspettiamo il momento in cui la candidata vorrà confrontarsi senza un leggìo davanti. Quando non potrà più recitare in “Sotto il copione niente”, nel loro comunicato.
Più stringato il coordinatore ligure di Fratelli d’Italia, Matteo Rosso, insieme al gruppo in Comune: “Ci saremmo aspettati un programma e non la lettura della lista dei “no” e dei problemi che la stessa coalizione che rappresenta ha causato a Genova nei decenni in cui ha governato. Salis dimostra di essere, ancora una volta, quel contenitore vuoto che funge da paravento a una sinistra divisa che non garantirebbe mai quella stabilità di governo di cui Genova necessita per continuare a cambiare. Genova merita concretezza, Genova non è un film”.
Anche l’assessore comunale al Porto e Patrimonio, Francesco Maresca, esponente di Fratelli d’Italia, parla dei 10 punti del programma di Silvia Salis: “Il programma di Silvia Salis sembra la letterina delle buone intenzioni civiche, da parte di chi non conosce minimamente le problematiche della città di Genova. Sul porto è dedicato solo una piccola parte dedicata al piano regolatore portuale, senza citare minimamente i programmi su tutta la parte economica che il porto genera per la città”, dice.
L’assessore poi sostiene che il programma è molto simile al programma elettorale di passati sindaci di sinistra come Marco Doria. “L’evoluzione della sinistra Genovese è ripresentare le stesse idee di 15 anni fa, segno di una debolezza sistematica di contenuti e visione”, conclude Maresca.
“Del resoconto della presentazione della candidata della coalizione di sinistra ci colpisce particolarmente il fatto che abbia parlato solo lei e che si sia limitata a leggere un testo scritto – rincara la dose Lorenzo Pellerano di Genova al Centro-Noi Moderati -. A ben pensarci è la logica conseguenza del percorso accidentato che ha portato alla sua candidatura quale alfiere di una compagnia che, con il solo obiettivo di prendere la città – cerca di tenere insieme posizioni politiche inconciliabili: da Renzi e Calenda ai comitati che si oppongono alle grandi opere strategiche per il futuro di Genova. Dopo mesi di faide fra partiti ed interne agli stessi partiti della coalizione di sinistra non rimaneva che ricorrere ad una figura estranea alla politica genovese, in quanto tale necessariamente digiuna di capacità amministrativa locale ma capace di mascherare le fratture che sono emerse evidenti negli ultimi mesi a sinistra”.
“A Silvia Salis è richiesto di recitare una parte molto difficile perché nelle prossime settimane dovrà entrare nel merito delle questioni della nostra città e finalmente confrontarsi con i candidati a lei alternativi – prosegue Pellerano -. Per la prima uscita la coalizione di Silvia Salis ha scelto di far leggere alla propria candidata un documento scritto, per evitare di far uscire voci discordanti e di far esplodere le incoerenze dal primo minuto. I cittadini genovesi apprezzano la naturalezza, la concretezza, la conoscenza dei temi che riguardano la città e la capacità di parlarne liberamente, fuori dagli spartiti, dagli equilibrismi e dalle contraddizioni che oggi costringono la candidata della sinistra a misurare ogni passo. Il centrodestra propone una ricetta molto diversa rispetto a quella andata in scena oggi, fatta di una coalizione coesa sui temi strategici e guidata da due persone, Pietro Piciocchi ed Ilaria Cavo, note ai genovesi per la loro competenza, serietà, esperienza e conoscenza dettagliata delle vicende della città. Persone che non hanno alcuna difficoltà a presentare le nostre idee per Genova senza leggere un copione”.