Nido, scuola e forza della comunità
“Se ci pensiamo la politica non è poi così distante dal sociale. Entrambi, se fatti bene, mirano al benessere dei cittadini e, più in un generale, delle persone in un’ottica di corretta gestione delle risorse”. Non fa una piega l’esordio da candidato di Denis Iardino, che per la sua prima volta da candidato alle elezioni ha scelto La Civica di Angelo Gennaccaro.
Educatore con una laurea magistrale in servizio sociale e politiche sociali, Iardino è assistente sociale specialista e vice responsabile dell’area Cultura, Territorio e Famiglia dell’associazione La Strada-Der Weg. Oltre che ex calciatore conosciutissimo. Studia e vede da vicino i bisogni delle famiglie. “Dobbiamo lavorare di più sugli strumenti che facilitano la conciliazione e penso, in prima battuta, agli asili nido che devono essere rafforzati, aumentati e resi più flessibili per essere adeguati alle esigenze di ogni famiglia. Pensiamo agli orari che devono seguire, per esempio, coloro che non hanno tradizionali impieghi di ufficio: non è facile e le formule non sempre vanno incontro a queste esigenze”. Non si può citare i nidi senza pensare, di riflesso, alle tariffe. “Costano molto anche al netto degli aiuti pubblici. Vanno resi più accessibili rafforzando la capienza e elasticizzando gli orari”.
Un cambio di cultura
Ovviamente la crescita non si ferma agli asili nido: c’è la scuola. “Qui la competenza è provinciale ma si può comunque lavorare per migliorare l’offerta cercando di rafforzare le collaborazioni con realtà artistiche, sociali, sportive e culturali per progetti su orari più ampi e nei periodi di chiusura delle scuole. L’obiettivo deve sempre essere quello di non costringere nessuno a scegliere tra lavoro e famiglia. Posto che rimanere a casa con i figli non è certo un male ma deve essere una libera scelta non dettata dalle condizioni”.
Sempre oltre lo steccato comunale c’è uno sbilanciamento nel tema dei congedi parentali. “Il concetto della madre che prende la maternità per un lungo periodo e il padre dopo dieci giorni torna al lavoro ha chiaramente dei riflessi sulla cultura. Si dovrebbe puntare a un nuovo bilanciamento. Mi spiego: i carichi di lavoro di cura sono drammaticamente sulle spalle delle donne e ciò è ancorato proprio ad una cultura che va cambiata e che purtroppo è chiaramente manifestata nella durata dei congedi parentali”.
La forza della rete
I singoli centri presenti sul territorio possono fare molto per veicolare questo tipo di messaggio supportando le famiglie da tanti punti di vista. Vanno moltiplicati il più possibile i luoghi dove i genitori, spesso le madri, possono trovare confronto e conforto in un periodo delicato come quello successivo all’arrivo di un figlio. Sono spesso momenti di grande solitudine e senso di inadeguatezza: non semplici. In alcuni casi questo punto di appoggio può essere fondamentale per tutta la famiglia prevenendo situazioni delicate e creando anche nuove relazioni. L’aiuto arriva in modo naturale con un impatto più morbido su alcune tematiche ma ugualmente efficace. Così si costruiscono delle vere reti dove nascono legami che sono basilari nel sostegno reciproco. In fondo è, nel concreto, valore della comunità che emerge”.