“Il mostro di Firenze e Zodiac sono la stessa persona? Lo dirà il test del Dna”: la suggestiva ipotesi nel Pulp Podcast di Fedez
Due oscure saghe irrisolte lontane ma con un terreno comune: quelle del Mostro di Firenze e di Zodiac. E l’input alla riapertura del fascicolo sul Mostro di Firenze è arrivato dalle forze di polizia della California: questa la sensazionale notizia di poche ore fa, diffusa durante l’ultima puntata di Pulp Podcast, il programma condotto dal rapper Fedez con Dj Marra che ha ospitato nel corso dell’ultima puntata Valeria Vecchione, esperta del caso del Mostro, e Andrea Repuscini, anche lui appassionato al più grande mistero d’Italia.
Le nuove indagini
Gli stessi poliziotti che si occupano del caso Zodiac avrebbero fatto riaprire le indagini sul Mostro di Firenze. Il serial killer che tra il 1968 e il 1984 seminò la morte nelle campagne fiorentine ai danni di povere coppiette in cerca di intimità e Zodiac, secondo questa pista, sarebbero la stessa persona. Zodiac, lo ricordiamo è il serial killer che portò il terrore in California del Nord sul finire degli anni ’60, le sue vittime, quelle certe, furono sette. Due sopravvissero alle aggressioni. Nelle sue lettere ha affermato di aver ucciso almeno 37 persone. Sebbene negli anni molte siano state le teorie investigative sulla sua identità, quella di Zodiac non è mai stata chiarita con certezza assoluta e resta ancora oscura. L’ultima pista risale al 6 ottobre 2021 quando The Case Breakers, un team indipendente di 40 ex investigatori delle forze dell’ordine, ufficiali dell’intelligence militare e giornalisti, ha affermato di aver identificato lo Zodiac Killer come Gary Francis Poste, un assassino che agiva nella regione di Riverside nello stesso periodo di attività di Zodiac, ma questa informazione non è stata confermata dal dipartimento di polizia di Vallejo. Di fatto, quella del killer dello zodiaco è ancora una saga irrisolta. Mentre per il Mostro di Firenze sono stati arrestati e condannati Pietro Pacciani e i compagni di merende Mario Vanni e Giancarlo Lotti, ma quattro degli otto duplici omicidi sono ancora irrisolti e anche al netto delle condanne sono stati sollevati negli anni molti dubbi sulla reale colpevolezza dei contadini toscani. I processi ci restituiscono una realtà giudiziaria più complessa di quella a cui si è arrivati negli anni ‘90 che lascia impuniti e irrisolti alcuni dei crimini.
La teoria dell’acqua
Le coincidenze sono davvero tante e anche Fedez che si era definito scettico a riguardo, nelle prime puntate dedicate al caso, ha condiviso questa teoria. Parliamo della teoria dell’acqua che nasce alla fine degli anni Sessanta in America quando alcuni psichiatri, scrittori e giornalisti si erano resi conto che gli omicidi di Zodiac erano avvenuti tutti vicino a luoghi che avevano un legame con l’acqua. Consideriamo che la particolarità di Zodiac era proprio un insieme di enigmi e simboli che disseminava nei suoi delitti in maniera maniacale, probabilmente nella speranza inconscia di essere fermato, tratto tipico di molti serial killer. C’è sempre l’acqua anche nei delitti del Mostro, come fu scritto in un articolo del 1984 a firma di una giornalista che notò che l’acqua forse era la firma dell’assassino. Per dirne una, sulla scena del crimine dell’ultimo duplice delitto di Scopeti furono utilizzati dei bidoni marcati Acquabet per coprire i cadaveri. Erano intonsi, quindi nuovi e furono messi lì non solo per coprire il corpo ma anche per firmare l’omicidio.
Joe Bevilacqua
Ma c’è di più, come fa notare Fedez: “Si individua un soggetto nelle vicinanze di alcuni delitti tant’è che andò a testimoniare anche durante il processo a Pacciani: il suo nome è Giuseppe Bevilacqua. Joe Bevilacqua, (questo il suo nome americanizzato, ndr) lavorava per l’ambasciata americana al cimitero di Anzio durante gli anni del processo ma prima ancora faceva il custode a quello americano di Firenze, in località San Casciano. Nel periodo in cui Zodiac era in attività era collocabile in California”. Lo testimonia una mail di un tenente colonnello che dice che il Bevilacqua svolgeva attività sotto copertura militare in quel periodo. Mentre durante i delitti del Mostro viveva in quei luoghi e, soprattutto, a poche centinaia di metri di distanza dall’ultimo sulla piazzola di Scopeti dove furono trucidati i due turisti francesi.
Le lettere
C’è una lettera, tra le tante inviate, che sappiamo essere stata inviata con certezza dal Mostro di Firenze. Si tratta della lettera-feticcio spedita dal Mostro e indirizzata al magistrato Silvia Della Monica con dentro un lembo di pelle umana estratta dal seno dell’ultima vittima di Scopeti, Nadine. La “mostrologa” Valeria Vecchione ha ritrovato la rivista da cui erano stati ritagliati i caratteri con cui è stata scritta questa lettera, si tratta di “Gente” e questa cosa è stata anche confermata dagli inquirenti. Molte delle lettere sono state ritagliate dalla parola “acqua” per tornare alla Water Theory. A Paolo Vagheggi, giornalista fiorentino e critico d’arte nel 1988 arrivò un’altra lettera sugli omicidi del Mostro di Firenze. Dentro c’erano: dei simboli zodiacali, la mappa degli omicidi del Mostro che riproduce le linee di una mano, e una parola in inglese. La lettera fu spedita dal Lago di Como, ancora una volta da un luogo vicino all’acqua. Anche in questo caso, la lettera è stata scritta con ritagli di giornale tratti dal Venerdì di Repubblica, come afferma la Vecchione. Entrambe le buste hanno molte similitudini nei caratteri, come emerso da uno studio grafologico anche rispetto alla lettera inviata a Silvia Della Monica. Dentro ci sono delle coordinate che non portano da nessuna parte tranne l’ultima che porta esattamente alla piazzola degli Scopeti dove avvenne il delitto dei francesi. Il sospettato abitava a 400 metri dalla piazzola, ed era il custode del vicino cimitero. Chi negli anni ‘80 conosceva così bene le coordinate, longitudine e latitudine, quando non esisteva Google Maps? E perché solo quel delitto fu citato attraverso le coordinate? Come se il killer volesse dire: “Io sono qui intorno, non da un’altra parte”.
La confessione di Joe Bevilacqua
Anni fa, il giornalista Francesco Amicone ha poi approfondito la teoria dell’acqua fino ad arrivare a Joe Bevilacqua. Racconta la Vecchione: “In alcune telefonate l’uomo avrebbe confessato al giornalista fiorentino Francesco Amicone (che ha perseguito questa pista) di essere sia Zodiac che il Mostro, lui allora gli consigliò di confessarsi e di andare da un avvocato per costituirsi. I tabulati confermano che lui telefonò a questo avvocato. Bevilacqua che è stato indagato dalla procura di Siena. Francesco Amicone intanto è stato condannato per diffamazione dalla famiglia di Bevilacqua che è deceduto di recente”. La Vecchione fa anche un’altra rivelazione: un episodio avvenuto nella primavera del 2023, un qualcosa che fino ad ora non aveva mai reso pubblico. Racconta di essere stata contattata da un uomo, appena dimesso da un ospedale di Firenze, che le ha svelato un dettaglio sconvolgente: il personale medico – persone di cui Valeria conosce nomi e cognomi – le avrebbe raccontato che un paziente ricoverato anni prima avrebbe confessato di aver ucciso la sua prima moglie e di essere il Mostro di Firenze. “E chi sarebbe l’uomo in questione? Joe Bevilacqua”, dice. Una rivelazione che, se confermata, potrebbe rappresentare una verità importante.
Le ultime notizie e il Dna
La Vecchione conclude poi con la notizia bomba degli ultimi giorni: “Poche ore fa mi ha contattato Francesco Amicone chiedendomi di leggervi questo comunicato da lui diffuso in cui scrive: “Nel 2014 la procura avrebbe riaperto indagini su Joe Bevilacqua scaturite dalle mie inchieste sulle connessioni tra Mostro di Firenze e Zodiac. L’ex procuratore Luca Turco aveva delegato i Ros di Firenze a svolgere accertamenti. Inizialmente, questa pista era stata archiviata ma adesso l’input è arrivato dalle forze dell’ordine californiane perché il Dna di Bevilacqua era stato acquisito dalla procura di Siena ma non lo aveva dato agli americani. Una copia è stata acquisita e inviata allo sceriffo californiano, dopo la comparazione tra i due profili i detective si sono rivolti alla procura di Firenze e l’indagine è stata riaperta”. Nel dicembre 2024 Amicone è stato condannato per diffamazione nonostante la riapertura delle indagini. Ma perché i detective americani hanno sollecitato i magistrati senesi? La risposta è conturbante: i poliziotti americani, dopo aver ricevuto e analizzato il profilo genetico di Joe Bevilacqua, avrebbero trovato riscontri con il caso Zodiac. Il Dna di Bevilacqua era stato acquisito nel 2020 nell’ambito di un’altra inchiesta, quella sull’omicidio della tassista Alessandra Vanni, avvenuto in provincia di Siena alla fine degli anni ’90, ma non era mai stato trasmesso alle autorità americane. Così, nel novembre del 2023, Amicone decide di inviarlo lui stesso ai detective statunitensi, ottenendo una reazione immediata: dopo pochi mesi, la polizia americana si rivolge alla magistratura italiana, spingendo per una riapertura del caso. Se questa ipotesi fosse confermata, a distanza di 40 anni potrebbe emergere la verità sulle due truci saghe di delitti irrisolti.
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