Liguria

Elezioni, lo studio di Genova che osa: “L’80% delle persone in difficoltà economica non vota”

Genova. Le diseguaglianze crescenti pesano anche sulla partecipazione al voto: è quanto emerge dal dossier “Voto e astensione in Liguria“, realizzato dal Centro Studi di Genova che osa e presentato ieri pomeriggio allo Spazio delle donne di vico Pellicceria.

La nuova pubblicazione del Centro Studi di Genova che osa prende in esame le elezioni regionali del 27-28 ottobre 2024 e mette in luce il legame tra difficoltà economiche e partecipazione al voto, evidenziando una tendenza preoccupante: chi è più marginalizzato ha meno possibilità di esercitare il proprio diritto di voto.

“I numeri parlano chiaro: tra le persone in difficoltà economica, 4 su 5 (80%) non hanno votato, mentre tra chi si trova in una situazione migliore il tasso di astensione scende al 42% – spiega Stefano Gaggero del centro studi di Genova che osa –  Anche a Genova la geografia del voto conferma questa tendenza: nei quartieri più fragili e periferici, come Ca’ Nuova, Campi e Cornigliano, l’astensione supera il 55%, mentre nelle zone più benestanti, come Albaro e Manin, resta sotto il 50%. I sentimenti dell’astensionismo si agitano anche tra chi ha votato: tra chi ha votato, quasi 2 su 5 (35%) descrivono sconforto e 1 su 7 (15%) sfiducia verso la classe politica”.

Generico febbraio 2025

Il dossier presenta un quadro politico regionale sempre più polarizzato: le aree rurali tendono a sostenere il centrodestra, mentre Genova rappresenta la roccaforte del centrosinistra. In questo contesto, le strategie elettorali si giocano su due fronti: consolidare il consenso nelle zone favorevoli o cercare di conquistare un vantaggio nei territori contesi, come dimostrato dalla vittoria di Marco Bucci nelle ultime elezioni.

Ma il vero nodo resta l’astensionismo, spesso liquidato come semplice indifferenza. “In realtà, spiega Genova che Osa, si tratta del sintomo di un sistema percepito come distante e inefficace. L’assenza di fiducia e strumenti adeguati di partecipazione allontana soprattutto chi vive in condizioni di disagio, minando il senso di appartenenza alla comunità e mettendo a rischio la tenuta della democrazia”.

“Per il centrosinistra, il richiamo al voto utile contro la destra non basta più. La sfida è offrire un’alternativa credibile che affronti la disillusione diffusa e rilanci una politica capace di ridurre le disuguaglianze e rafforzare il senso di comunità. Solo così si potrà contrastare il crescente divario tra cittadini e istituzioni”, continuano gli attivisti.

”Al calo di partecipazione elettorale si accompagna una maggiore verticalizzazione delle nostre istituzioni. – spiega Lisanna Silingardi, che ha curato lo studio – A fronte di questo accentramento, nessun presidente ligure è mai stato eletto da più del 35% dell’elettorato: Bucci è stato votato dal 22% dell’elettorato. Alla fine, il contatto tra l’elettorato e le istituzioni rappresentative è sempre più labile, più distante.”




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »