Lazio

ancora ossigeno ad alti flussi ma non è intubato. Roma in ansia – Il Tempo


La crisi emergenziale che ieri ha allarmato il mondo intero sembra rientrata solamente in parte. Papa Francesco, ricoverato al Gemelli per una polmonite bilaterale, anche stamattina, così come ieri sera era stato annunciato nel bollettino medico, ha assunto ossigeno ad alti flussi attraverso i naselli e non è, dunque, fuori pericolo. Il quadro, al contrario, si aggrava. Lo si apprende da fonti vaticane, che fanno anche sapere che continuano gli esami clinici e che con tutta probabilità stasera se ne conosceranno gli esiti. Tuttavia, il Pontefice non è stato intubato e non state necessarie ulteriori trasfusioni. “Proseguo fiducioso il ricovero al Policlinico Gemelli, portando avanti le cure necessarie, e anche il riposo fa parte della terapia! Ringrazio di cuore i medici e gli operatori sanitari di questo ospedale per l’attenzione che mi stanno dimostrando e per la dedizione con cui svolgono il loro servizio tra le persone malate”: così il Papa si è espresso nel testo dell’Angelus della domenica diffuso dalla sala stampa della Santa Sede.

 

 

Parole di ringraziamento e riconoscenza anche per tutti coloro che, in queste ore di ansia e preoccupazione, gli hanno rivolto un pensiero: “In questi giorni mi sono giunti tanti messaggi di affetto e mi hanno particolarmente colpito le lettere e i disegni dei bambini. Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo! Affido tutti all’intercessione di Maria e vi chiedo di pregare per me”, si legge. Non manca, nel testo dell’Angelus, una condanna per le guerre che stanno lacerando il mondo: “Si compie domani il terzo anniversario della guerra su larga scala contro l’Ucraina: una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l’intera umanità! Mentre rinnovo la mia vicinanza al martoriato popolo ucraino, vi invito a ricordare le vittime di tutti i conflitti armati e a pregare per il dono della pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan”, ha aggiunto il Papa. 

 


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