Sardegna

Nuoro. Odissea al Pronto Soccorso Pediatrico: genitore denuncia restrizioni Incomprensibili

NUORO – Una serie di disagi e restrizioni incomprensibili incontrate durante l’accesso al Pronto Soccorso Pediatrico dell’ospedale cittadino con il figlio di tre mesi sono state segnalate da un operatore del 118. Il neonato, che da giorni presentava difficoltà di alimentazione e sintomi preoccupanti, è stato accompagnato in ospedale su consiglio telefonico della pediatra, .

IL RACCONTO – L’odissea è iniziata all’ingresso principale del Pronto Soccorso del San Francesco, dove la guardia giurata ha negato l’accesso al padre, nonostante la sua conoscenza delle procedure di emergenza pediatrica, che prevedono un varco dedicato attivo già dall’epoca COVID. Il tentativo di accedere direttamente dal Pronto soccorso è stato negato, con l’indicazione di utilizzare esclusivamente l’ingresso principale dell’ospedale, costringendolo così ad allungare enormemente l’accesso alle cure.
“Abbiamo dei diritti troppo spesso vengono calpestati – spiega il genitore -: in questo modo, mi hanno  costretto a  fare tutto il giro della zona per poter raggiungere l’entrata principale del nosocomio e a perdere  ulteriore tempo per regolarizzare il parcheggio a pagamento”.

La situazione è ulteriormente peggiorata quando, dopo aver accompagnato il figlio in Pediatria, il padre ha cercato spiegazioni dalla direzione sanitaria. Un  sanitario  ha motivato le restrizioni con una presunta circolare risalente al periodo COVID, circolare che  secondo il genitore, che opera nel settore dell’emergenza e sa che l’accesso pediatrico è stato aperto, non chiuso anche durante la pandemia.
“È assurdo – conclude il padre –  che ci si nasconda  dietro presunte limitazioni in caso di emergenza come questa. L’accesso di emergenza pediatrico è stato creato per agevolare l’ingresso dei bambini in condizioni critiche, non per complicarlo“.
L’uomo ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza non solo per sé e la sua famiglia, ma per tutti i cittadini che potrebbero trovarsi in situazioni simili. L’episodio solleva interrogativi sull’efficienza e l’accessibilità dei servizi di emergenza pediatrica, soprattutto in un momento in cui la carenza di pediatri rende ancora più difficile l’accesso alle cure.


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