Emilia Romagna

Ci troviamo ancora in una situazione di assoluta incertezza


“La sentenza del Tar della Liguria evidenzia che ci troviamo ancora in una situazione di assoluta incertezza. Il Governo, con le sue promesse mancate e l’inadeguatezza delle norme, lascia un intero settore nel caos e nell’insicurezza. Il nostro sistema turistico ha bisogno invece di regole e confini chiari. Enti locali e operatori balneari hanno bisogno di un quadro giuridico certo in cui muoversi e di tempo per organizzare in modo efficace le procedure di evidenza pubblica”. Così l’assessora regionale al Turismo, Roberta Frisoni, dopo la sentenza del Tar della Liguria che ha definito illegittima la proroga delle concessioni balneari al 2027.

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“Ancora oggi non abbiamo nessuna notizia del decreto attuativo che il governo Meloni, nella legge approvata a novembre, aveva scritto sarebbe stato pronto a marzo – prosegue Frisoni -. Ma i Comuni devono avviare le gare e non possono farlo senza quel provvedimento proprio per non incorrere in ulteriori contenziosi. E poi si deve dare loro un tempo congruo per strutturare le procedure. Questo, e non l’automatismo, sembra alla base del percorso tracciato dalla legge nazionale”.

Balneari, giallo sulla proroga al 2027 

“E’ un passaggio epocale dove è in gioco, per una regione come la nostra, non solo un sistema strategico di imprese ma anche un modello turistico che dalle procedure di evidenza deve trovare la strada per innovarsi e continuare a crescere – aggiunge l’assessora -, valorizzando la qualità già alta della nostra offerta su cui si basa l’economia e il lavoro di interi territori. Serve una cabina di regia costante coordinata a livello nazionale con il coinvolgimento delle Regioni, dei rappresentanti dei Comuni, delle associazioni e delle parti sociali per accompagnare il Paese in questa fase delicata. Noi abbiamo già detto che faremo la nostra parte perché riteniamo fondamentale avere un approccio coordinato lungo tutta la costa, ma occorre che ci sia una cornice nazionale chiara e definita per non mettere a rischio le imprese e il lavoro di migliaia di persone”.

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