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I progetti di sviluppo di Qwarzo: ecco come cambia il packaging sostenibile

Unilever, la multinazionale inglese che opera nel campo del food e dei prodotti per l’igiene e per la casa, ha adottato i suoi cucchiaini. Dallmayer, la catena tedesca di prodotti alimentari gourmet, ha annunciato che utilizzerà la sua tecnologia per i bicchieri, tecnologia già usata da Starbucks (caffetterie) in Ungheria. Ora Qwarzo, l’azienda bresciana che ha come obiettivo quello di innovare radicalmente il packaging alimentare, mettendo a punto un rivestimento minerale a base di silice che consente il riciclo e lo smaltimento tra i rifiuti organici, alza il tiro.

Partendo da un fatturato di 5 milioni di euro punta ad espandersi per arrivare a ricavi a doppia cifra entro due anni. “Tutto grazie a un forte investimento nell’attività di ricerca e sviluppo e all’affiancamento che assicuriamo alle aziende che adottano la nostra tecnologia, con la quale produciamo prodotti finiti”, dice Emiliano Caradonna, ceo di Qwarzo, che ha sede a Rovato.

Piatti, vaschette, posate, packaging per il caffè, scatole, cannucce, cucchiaini da gelato. Grazie a un coating che si presta ad essere applicato a una ampia gamma di materiali, dalla carta al tessuto. E che rappresenta un’alternativa sostenibile ai rivestimenti plastici tradizionali, a partire da quelli trattati con i Pfas, presenti in numerosi prodotti di utilizzo quotidiano, come gli imballaggi alimentari, i tessuti, i cosmetici. Sostanze chimiche inquinanti e con effetti negativi sulla salute, come hanno rilevato vari studi scientifici.
I Pfas – soggetti a nuove restrizioni da parte della Ue – possono infatti migrare dall’imballaggio agli alimenti, con conseguente esposizione diretta attraverso il consumo.

La storia di Qwarzo è iniziata nel 2015, quando è stata fondata. Ma la piena operatività si deve al progetto, partito nel 2019, del primo prodotto monouso, una paletta per il caffè destinata a Flo, l’azienda di Fontanellato, in provincia di Parma, che produce packaging per gli alimenti. Quel progetto è il frutto di vent’anni di ricerca da parte di Luca Panzeri, fondatore di Qwarzo e oggi chief technology officer. Ricerca che ha portato allo sviluppo della nuova tecnologia, protetta da cinque brevetti a livello internazionale.

«Anche se il nostro rivestimento può essere utilizzato in vari settori l’urgenza era quella di dare una risposta al packaging alimentare – spiega Caradonna -. Oggi il nostro rivestimento, che crea una barriera adatta particolarmente al comparto food, è entrato in varie catene della ristorazione rapida. Siamo presenti in Francia, Germania, Regno Unito». Tutto in collaborazione con il Politecnico di Milano per le certificazioni. In particolare la carta, rivestita con il coating a base minerale, risulta anche più robusta, resistente ai grassi, all’acqua e al calore.


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