Starbucks torna agli scarabocchi sul caffè, e i lavoratori non apprezzano
Il tradizionali messaggini sulle tazze di Starbucks devono tornare: secondo il CEO fanno parte dell’anima del brand, ma non tutti sono d’accordo.
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Se non siete pratici di Starbucks, serve fare una piccola introduzione. Nei negozi della catena americana di caffetterie i “baristas” al momento della consegna dell’ordine scrivono sulla tazza il nome del cliente, spesso, spessissimo sbagliando, tanto da suscitare interi pezzi di cabaret al riguardo. Oltre a questo, alcuni si divertivano a disegnare cuoricini, animaletti, a scribacchiare giochi di parole -magari non ispiratissimi- o saluti per i clienti abituali.
Una pratica apparentemente innocente e insignificante, ma che è subito stata intercettata dai piani alti e sfruttata come strumento di marketing, ma che è stata abbandonata durante la pandemia e la diffusione degli ordini tramite app. Ebbene, per il nuovo CEO di Starbucks Brian Niccol questo cambiamento ha “portato via l’anima” del marchio della sirena verde, e i messaggini personalizzati devono tornare.
Starbucks vs. sindacato
Nell’ottobre scorso, ad appena un mese dal suo insediamento, Niccol dichiarava: “ci sono molte piccole cose che fanno capire con forza che questo posto è una comunità”. Detto, fatto, l’azienda ha ordinato qualcosa come 200 mila pennarelli per i propri dipendenti, ora che hanno molto da scrivere.
Ma se secondo il CEO l’iniziativa ha ricevuto riscontri positivi da parte dei dipendenti, qualcuno sembra pensarla diversamente. Alcuni baristi hanno infatti dichiarato alla CNN che il continuo scrivere dediche sulle tazze rallenta il ritmo del lavoro, e sembra imporre una connessione eccessivamente forzata coi clienti.
Se la questione continua a sembrarvi di poco conto, sappiate che sono intervenuti anche i sindacati, nella persona di Amanda Rivera, capo di Starbucks Workers United: “è solo un sacco di lavoro extra che si aggiunge alle altre numerose attività che sono richieste da noi. Sarebbe più sincero se non mi dovessi stressare a pensare a cosa scrivere preparando altre dieci tazze”.
Il colosso americano delle caffetterie necessita di un rilancio, e secondo il CEO questo deve passare anche da qui, ma sembra che pure per degli innocui scarabocchi, Niccol non avrà vita facile.
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