Idroelettrico, ipotesi proroga concessioni: a rischio il piano della Regione Umbria
di M.R
Sarebbe imminente una iniziativa di proroga legislativa da parte del ministero dell’Ambiente che consentirebbe la permanenza degli attuali concessionari di grandi derivazioni idroelettriche, rinviando il ricorso a procedure a evidenza pubblica, che la regione Umbria sarebbe invece prossima ad avviare per la selezione del socio o dei soci privati. A darne notizia è la deputata pentastellata Emma Pavanelli che, portando all’attenzione del governo Meloni il caso Ast e il piano in elaborazione da parte di Palazzo Donini, interroga il ministro Pichetto Fratin.
Energia pulita «Alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza o rinuncia – illustra Pavanelli -, le opere di raccolta, di regolazione e di derivazione, principali e accessorie, i canali adduttori dell’acqua, le condotte forzate e i canali di scarico passano, a titolo gratuito, in proprietà delle Regioni, in stato di regolare funzionamento. In caso di esecuzione da parte del concessionario, a proprie spese e nel periodo di validità della concessione, di investimenti sui predetti beni, purché previsti dall’atto di concessione o comunque autorizzati dal concedente, alla riassegnazione della concessione si applica, per la parte di bene non ammortizzato, un indennizzo al concessionario uscente pari al valore non ammortizzato e fatti salvi gli oneri di straordinaria manutenzione sostenuti dallo Stato; diversamente, per le opere non strettamente funzionali all’esercizio dell’impianto idroelettrico (cosiddette opere asciutte), si riconosce la corresponsione di un prezzo. Le regioni, nel caso in cui ritenessero insussistente un prevalente interesse pubblico a un diverso uso delle acque, incompatibile con il mantenimento dell’uso a fine idroelettrico, possono assegnare le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche mediante procedure a evidenza pubblica sotto forma di concessione, attraverso la costituzione di una società misto pubblico-privata oppure attraverso forme di partenariato».
Pavanelli E la Regione Umbria, come noto, ha istituito un gruppo di lavoro per la costituzione di una società mista, ma la permanenza degli attuali concessionari attraverso l’eventuale proroga, rinvierebbe il ricorso a procedure a evidenza pubblica. «Tale pericolo – sottolinea Pavanelli – è stato recentemente denunciato anche da Federmanager Terni; l’idroelettrico rappresenta un’opportunità strategica fondamentale per i settori hard to abate, come la siderurgia e le altre industrie energivore, al fine di conciliare la decarbonizzazione dei processi produttivi con il contenimento dei costi energetici; com’è noto, l’area ternana rappresenta uno dei poli siderurgici più importanti del Paese. Risulta pressante l’esigenza di potenziare la strategicità del sito come asset energetico per accrescere i fattori localizzativi attraverso l’impegno diretto della regione Umbria».
Idroelettrico Al ministro l’esponente M5s chiede di fare chiarezza e se non ritenga di condividere l’esigenza di adottare ogni iniziativa finalizzata a favorire l’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche mediante procedure a evidenza pubblica, così come imposto dalla normativa comunitaria, evitando qualsiasi proroga (ad avviso dell’interrogante anticoncorrenziale) «che potrebbe cagionare un danno irreversibile al tessuto industriale del nostro Paese e ad industrie strategiche come il polo siderurgico di Terni».
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