Piano dismissione Eni-Versalis, incontro pubblico di Cgil per discutere il destino degli impianti ravennati
Il piano di ridimensionamento di Eni-Versalis avrà ripercussioni sul petrolchimico di Ravenna? Ci si confronterà su questo tema martedì a Ferrara, al centro sociale Il Quadrifoglio a Pontelagoscuro, dove si terrà un’iniziativa pubblica promossa dalla Cgil con la partecipazione delle categorie dei lavoratori del petrolchimico (Filctem, Fiom, Fillea, Filt, Filcams) coinvolti nella crisi. Da Ravenna partirà una nutrita delegazione di lavoratori per partecipare al dibattito, con ritrovo alle 8 davanti alla mensa del petrolchimico. “La preoccupazione è forte anche sul nostro territorio – commenta Fabio Rossi, segretario generale della Filctem Cgil Ravenna – Nell’immediato si teme per l’approvvigionamento di materie prime visto che fino ad oggi sono arrivate dagli stabilimenti di Priolo e Brindisi che a breve saranno chiusi per decisione di Eni. La preoccupazione è anche per quello che potrebbe succedere nel lungo termine. I timori sono legati al fatto che l’alto costo dell’energia e delle materie prime rendano anche l’impianto di Ravenna meno competitivo quindi a rischio ridimensionamento o chiusura”.
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Nell’iniziativa che si terrà nel Ferrarese, spiega il sindacato, “si discuterà delle decisioni prese da Eni e avvallate dal governo che impattano pesantemente sul futuro della chimica in Italia e anche sugli stabilimenti del quadrilatero padano assieme a tanti delegati e tante delegate, segretari e segretarie nazionali regionali e provinciali confederali e di categoria e il vicepresidente della Regione Emilia Romagna Vincenzo Colla. Ben consapevoli dello stato di profonda crisi in cui versa la chimica a livello nazionale ed europeo, non siamo tuttavia disposti ad accettare passivamente delle decisioni che, senza alcun dubbio, indeboliscono gli assetti produttivi del nostro paese rendendo la chimica e le molte filiere ad essa collegate vulnerabili alle tensioni internazionali e alla instabilità del mercato”.
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“La chimica, come del resto affermato dallo stesso Governo nel libro verde per una nuova strategia di politica industriale per l’Italia, resta strategica per tutto il sistema industriale del paese e di tutta l’Unione Europea. Risultano perciò incomprensibili i motivi che spingono Eni a tentare di affrontare la questione attraverso dismissioni e chiusure, che oltretutto aumentano le dipendenze del Paese, invece di concentrarsi su trasformazioni e riconversioni reali e concrete. E ancora più incomprensibili – conclude la Cgil – risultano le motivazioni del Governo che, invece di lavorare su un piano industriale ed energetico credibile e sostenibile che elimini le cause profonde della crisi, avvalla la scelta di Eni di dismettere un’intera filiera strategica per tutto il Paese. Sono anche poco credibili, in queste condizioni, le rassicurazioni di Eni sulla tenuta occupazione diretta e dell’indotto, soprattutto a medio e lungo termine”.
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