Salvini cerca di uscire dall’angolo dopo le chat di FdI e rilancia sulla quinta rottamazione delle cartelle: “Maggioranza faccia quadrato”
Matteo Salvini cerca di uscire dall’angolo dopo la pubblicazione nel libro Fratelli di chat del giornalista del Fatto Giacomo Salvini di conversazioni segrete tra esponenti di Fratelli d’Italia che lo definiscono “bimbominkia”, “cialtrone”, “ridicolo” e “incapace”. E lo fa indossando il cappello da difensore dei contribuenti “ostaggio delle Entrate”, come da vecchie sparate populiste mirate a promuovere la cosiddetta pace fiscale. Il vicepremier e ministro dei Trasporti si presenta in conferenza stampa e mette la faccia sulla “nuova” proposta di legge del Carroccio sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, depositata al Senato dal capogruppo Massimiliano Romeo e identica a quella a prima firma Gusmeroli già depositata alla Camera e contenuta anche in un emendamento di Massimo Garavaglia al Milleproroghe. “Sempre vicini ai cittadini”, il sottotitolo dell’evento.
Si tratterebbe della quinta edizione della sanatoria che consente di mettersi in regola versando solo le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per procedure esecutive e di notificazione, senza interessi e sanzioni. A spese dell’erario. La novità principale è che il debito residuo verrebbe spalmato su un massimo di 120 rate mensili, lo stesso numero consentito (ma senza sconti sulle somme dovute) dalla riforma della riscossione varata nell’ambito della delega fiscale. Ci vorrebbero dunque fino a 10 anni, contro i cinque (18 rate) previsti come tempo massimo dalla rottamazione quater, perché i contribuenti che aderiscono paghino l’intera cifra dovuta. Sarebbero sanabili i debiti accumulati fino al 31 dicembre 2023, anche nel caso si fosse aderito a un’altra rottamazione per poi smettere di pagare, come accade molto spesso. E benefici si perderebbero solo dopo il mancato pagamento di otto rate.
Per Salvini la proposta è “definitiva, equa e vantaggiosa per lo Stato”. Non è così, perché – come insegnano tutti i precedenti – più si consente a chi ha pendenze col fisco di rateizzarle a condizioni di favore, più ci perdono le casse pubbliche. Poco importa, perlomeno sarebbe “utile per milioni di italiani” e quindi per le quotazioni elettorali della Lega. Il cui leader invoca il “dovere politico, economico e morale di dare risposta” ai cittadini “in difficoltà“. Che “non sono”, tiene a precisare, “quelli che ogni tanto escono sui giornali, che hanno truffato sul reddito di cittadinanza, hanno truffato sul superbonus o sono soggetti sconosciuti al fisco con tre Porsche in garage, qua stiamo parlando del piccolo commerciante che ha avuto un problema, del pensionato che sta a Torpignattara o del piccolo imprenditore in crisi“. Se non fosse chiaro, non si parla di “chi ha il SUV in centro storico e ha problemi con la ZTL di Gualtieri o di Sala”. Descrizione col cuore in mano nella speranza di ottenere via libera dal resto della maggioranza di governo: “Conto che su questo faccia quadrato e i tempi siano spediti”. Visto che Forza Italia ha una sua proposta ad hoc, l’appello è diretto soprattutto a FdI.
Salvini cerca la sponda del titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che viene tirato in ballo per assicurare che “la vediamo alla stessa maniera, c’è piena sintonia”. Anche se il suo vice Maurizio Leo (FdI) ha invitato alla “massima cautela” perché, appunto, rottamare ha un costo per lo Stato che rinuncia a incassi attesi. Il Mef sembra disponibile al massimo a riaprire la rottamazione quater per chi ha saltato una rata.
In chiusura di conferenza stampa, condita inevitabilmente di commenti sulla presunta attività di spionaggio del software di Paragon contro giornalisti e attivisti e sul caso delle chat, arriva la nuova stoccata sul concordato fiscale su cui proprio Leo contava per avvicinare alla fedeltà fiscale le partite Iva che evadono: è stato “utile ma non risolutivo”, ribadisce Salvini. Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera, si incarica di rincarare la dose: “Il concordato nel primo anno di sua valenza ha dato scarsi risultati, saranno ancora più scarsi quelli 2026-27 quindi sul tema bisogna fare una seria riflessione, il meccanismo è sicuramente da rivedere”.
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