Corsa alle iscrizioni, il classico è in calo bene economico sociale e scientifico
Per i dirigenti i giochi non sono ancora chiusi. Questo weekend, l’ultimo iscriversi a scuola, potrebbe rivelare sorprese grazie alle famiglie che hanno rimandato la scelta. Hanno tempo fino a lunedì sera, quando i dati saranno definitivi ma già dai parziali si delineano tendenze. In primis l’inverno demografico che, a macchia di leopardo, dalle elementari si fa sentire anche alle superiori. Ne soffrono meno gli indirizzi che, per trend o per esigenze storiche, sono più appetibili. Ma anche loro devono fare i conti con strutture e organico così la Città Metropolitana sta già sondando disponibilità in caso di esuberi. Tra questi, stando ai parziali, c’è il liceo Economico sociale (indirizzo delle Scienze Umane), mentre fatica il liceo Classico. Lo Scientifico, invece, attrae di più nelle Scienze applicate rispetto al tradizionale e resiste il Linguistico.
Tra gli istituti tecnici, in ripresa l’Afm (Amministrazione, finanza e marketing), erede della ragioneria tradizionale ed è l’era d’oro dell’informatica. Bene gli istituti professionali. Il Liceo economico sociale traina le iscrizioni al Regina Margherita: «Già sessanta in più», sottolinea la dirigente Francesca Di Liberti. E funziona anche al Berti, conferma la preside Filomena Fillippis: «C’è però un leggero calo generale: incide la demografia e la succursale provvisoria lontana. Inoltre abbiamo avvertito le famiglie sul rischio di troppe iscrizioni».
Gli studenti infatti sono già in esubero. È «forte» la richiesta all’Avogadro, «per informatica, rispetto a meccanica ed elettrotecnica», dice la dirigente Anna Luisa Chiappetta. Aumentano le iscrizioni, per quanto di poche unità, anche all’istituto Beccari dove debutta il Liceo del Gusto, al momento senza grandi richieste. Non fa gola invece il futuro da classicisti. «Un punto dolente per quanto il calo quest’anno sia contenuto. Aspettiamo i dati definitivi», dice Paola De Faveri, del liceo Alfieri. L’indirizzo patisce «il sentire comune – spiega De Faveri – che sia difficile ma il Classico può dare molto se sa cogliere gli stimoli della modernità senza temerli».
Al D’Azeglio, due terzi delle iscrizioni sono per il Classico, il resto allo Scientifico digitale. «Confermiamo i numeri e siamo soddisfatti – dice Franco Francavilla – soprattutto dopo il calo fisiologico del Classico, che in Piemonte si è sentito di più. Forse per la vocazione industriale e la forte attrazione tecnica».
«È il momento dello scientifico – conferma la dirigente dello Spinelli Antonijeta Strollo – più del linguistico che si riprende dallo stop dei viaggi del Covid». Al Cavour la corsa è per il Musicale, «ma è a numero chiuso, oltre 50 non possiamo andare», dice Vincenzo Salcone. Bene anche l’artistico, «una ventina di iscritti in più», anticipa Antonio Balestra, alla guida del Cottini.
Al Majorana di Torino, «si è invertito il trend in crollo del Marketing», dice sollevato il preside Gian Carlo Vittone. Eppure l’inverno demografico rischia di soffiare sul Boselli: «Attendiamo i dati ufficiali, soprattutto per formare le classi del Commerciale. Meglio il Turismo», ammette Franco Calcagno.
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