Liguria

Comunali Genova, centrosinistra ancora senza candidato. Terrile si sfila: “Serve generosità”


Genova. “Lo spirito di servizio mi spinge oggi a ritirare la disponibilità, nell’auspicio che un superamento dei nomi in campo sia utile a definire in tempi brevi una coalizione larga e unita, e una proposta chiara e convincente di governo della città”. Alessandro Terrile, ex segretario del Pd genovese ed esponente della maggioranza dem, si ritira ufficialmente dalla partita sulla candidatura a sindaco per le prossime comunali a Genova. La sua decisione arriva alla fine di una giornata di lavoro in silenzio per il Partito Democratico, impegnato a verificare con gli alleati la possibilità di convergenza su un nome.

Alessandro Terrile è uno dei tre dem (insieme a Federico Romeo e Armando Sanna) sui quali si è creato, nelle ultime settimane, uno stallo non superabile a causa di veti incrociati interni alla coalizione e allo stesso Partito Democratico.

Terrile che, amministratore delegato di Ente Bacini, in queste ore sente anche il peso della drammatica morte sul lavoro in porto, ha dichiarato: “Nei mesi scorsi ho aderito con spirito di servizio alla richiesta ricevuta da diversi dirigenti e militanti del Pd e del centrosinistra di rendermi disponibile per la candidatura a sindaco della nostra città”.

“Lo stallo che si è successivamente determinato nel Pd e nella coalizione – riconosce Terrile – ha fatto perdere tempo prezioso, e ha concentrato il dibattito esclusivamente sui nomi, tralasciando proposte e contenuti che dovrebbero essere gli elementi distintivi dell’imminente campagna elettorale. Quello stesso spirito di servizio mi spinge oggi a ritirare la disponibilità, nell’auspicio che un superamento dei nomi in campo sia utile a definire in tempi brevi una coalizione larga e unita, e una proposta chiara e convincente di governo della città”.

La mossa di Alessandro Terrile, tuttavia, non può essere letta come un superamento della questione attraverso uno sblocco di candidatura per uno degli altri due possibili candidati. Né Armando Sanna né colui che sembrava più vicino a un via libera, Federico Romeo, a oggi, sono considerati unitari da parte della coalizione, in particolare dal Movimento 5 Stelle che, se ufficialmente non ha messe veti, ha però fatto capire che nessuna delle proposte sul tavolo è accettabile.

A questo punto ci sono tre strade. La prima vede il Pd, che da ieri ha accettato di discutere la ricerca del nome in maniera collegiale con le forze della coalizione, continuare nella ricerca di un quarto nome alternativo, interno al partito (si sono vagliati pure i nomi di Katia Piccardo e di Alberto Pandolfo, ma il sondaggio sembra essere andato a vuoto) oppure civico. Il problema è che a oggi un nome civico non sembra esistere.

La seconda strada può vedere il ritorno in scena di due figure come quelle di Luca Pastorino o dello stesso Andrea Orlando – anche se entrambi avrebbero, apertamente e meno apertamente, escluso di essere disponibili. Questa strada rischierebbe di portare a un’uscita di scena di Italia Viva.

La terza strada vede il Pd soddisfare gli impulsi della minoranza del partito (e non solo) e puntare su Federico Romeo. Con il rischio, in questo caso, di una corsa in solitaria del Movimento 5 Stelle.

C’è una quarta strada ed è l’entrata in gioco dello stesso segretario provinciale Simone D’Angelo, anche se pure D’Angelo, nei giorni scorsi, ha dichiarato di non essere un’opzione “per via dell’impegno preso da consigliere regionale” e per quello di “neopapà”.

Insomma, la difficile discussione prosegue. Il campo progressista mantiene come collante un programma su 10 punti già elaborato. Manca il protagonista, o la protagonista, che possa dare una voce a quel programma.




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