Associazione a delinquere finalizzata ad imponenti frodi fiscali, coinvolto imprenditore riminese
C’è anche un imprenditore riminese 76enne, originario di Verucchio, coinvolto nell’operazione “Ombromanto” della Guardia di Finanza di Reggio Emilia che ha scoperto un’associazione a delinquere finalizzata ad imponenti frodi fiscali stimate dagli inquirenti in oltre 100 milioni di euro. Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dal procuratore capo Gaetano Paci, hanno visto scattare all’alba di giovedì perquisizioni locali e personali, finalizzate all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente di beni mobili, immobili, crediti e ogni altro valore nella disponibilità dei destinatari, costituenti il provento illecito della frode. Il Provvedimento del gip del capoluogo emiliano è stato emesso nei confronti di persone fisiche tra i 179 indagati, di cui 40 residenti in Emilia Romagna e 4 soggetti giuridici (due aziende reggiane, una di diritto tedesco e una con sede a Milano, tutte società a disposizione dei principali indagati).
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Per quanto riguarda Rimini, a finire nei guai è stato il 76enne che, secondo le indagini, avrebbe effettuato indebite compensazioni di crediti fittizi per 170mila euro. Nella mattinata di giovedì i militari delle Fiamme Gialle hanno eseguito nei suoi confronti un sequestro preventivo per equivalente. Dall’inchiesta è emerso come i responsabili dell’associazione per delinquere,i cui principali capi erano di base a Reggio Emilia, attraverso la costituzione di società cartiere e l’utilizzo di fatture false, effettuava indebite compensazioni di crediti fittizi – creati ad hoc – con debiti tributari reali verso aziende individuate, che, a fronte del credito inesistente ceduto, pagavano una percentuale all’organizzazione. I crediti venivano in parte compensati attraverso l’istituto dell’accollo e parte ceduti attraverso la simulazione della cessione di un ramo d’azienda.
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Gli ingenti introiti ricevuti per circa 70 milioni venivano in parte prelevati in contanti, grazie al ruolo di veri e propri “prelevatori”, in parte bonificati su conti di società estere. L’illecito schema fraudolento ha coinvolto circa 400 aziende, di cui 40 fittizie con il ruolo di “cartiere” per l’emissione delle fatture false e 369 beneficiarie delle indebite compensazioni, ed ha visto anche il concorso esterno di professionisti appartenenti a diversi ordini (commercialisti e notai, che al momento non sono attinti da alcuna misura). Tra i destinatari dell’Ordinanza del GIP eseguita in data odierna, figura uno dei soggetti già sottoposti a misura cautelare nell’ambito di un’operazione di servizio eseguita il 14 gennaio scorso, all’esito di un’indagine a contrasto del narcotraffico internazionale.
Le attività sono condotte con l’ausilio di 38 Reparti della Finanza competenti per territorio e, oltre a Rimini, le province coinvolte sono quelle di Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone, Trapani). Le investigazioni, supportate oltre che da una complessa opera di disamina documentale e di analisi di ingenti movimentazioni bancarie, anche da attività tecnica di intercettazione telefonica, hanno consentito di ricostruire la fitta rete di rapporti personali e commerciali tra i soggetti coinvolti, e diretti dall’amministrazione occulta reggiana.
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