Bari, sostanze microinquinanti nell’acqua dei rubinetti
Sette campioni positivi su 13 in Puglia, un dato tra i più bassi tra le regioni italiane ma che comunque non può far stare sereni. Greenpeace presenta i risultati della spedizione ”Acque senza veleni”, che ha avuto luogo tra settembre e ottobre 2024 per verificare la contaminazione da PFAS (sostanze poli e per-fluoroalchiliche) dell’acqua potabile in tutte le regioni d’Italia, nata per rispondere alla crescente preoccupazione della popolazione e per sopperire alla mancanza di dati pubblici a riguardo. I PFAS, noti anche come “inquinanti eterni”, sono sostanze chimiche usate in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, che si accumulano nell’ambiente e che sono da tempo associate a gravi rischi per la salute.
Il rischio di trovarne residui nell’acqua dei rubinetti è, come dimostrato, molto alto. Nei campionamenti eseguiti a Bari la presenza di PFAS ha raggiunto un valore di 8,2. Tra i microinquinanti presenti nelle acque del capoluogo sono stati rilevati anche quantità di PFOA (3,7) e di TFA 57,9, tutte sostanze ritenute potenzialmente pericolose per la salute. A spiegarlo sono stati i referenti di GreenPeace. Dal campionamento delle acque è emerso che rispetto alle 24 molecole che la direttiva europea impone di qualificare, sono state monitorate 58 sostanze. Il rischio per la salute, dunque, non è solo potenziale, come spiegato da Agostino Di Ciaula, presidente Isee Associazione Medici per l’Ambiente.
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