>>>ANSA/ Il mondo si inchina ad Auschwitz, allarme antisemitismo – Altre news
(di Valentina Brini)
Marian Turski, deportato ad
Auschwitz nel 1944 e sopravvissuto a una delle marce della
morte, rompe per primo il silenzio. “Nel mondo contemporaneo
vediamo un forte aumento dell’antisemitismo”, lo stesso “che ha
portato alla Shoah”. Un monito netto a riassumere il grido di
quella ormai “sparuta minoranza” di sopravvissuti come lui
ancora custodi della memoria dell’orrore. Ad ascoltarlo,
nell’80esimo anniversario della liberazione del campo di
sterminio nazista da parte delle truppe sovietiche, c’erano il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Emmanuel Macron,
re Carlo III d’Inghilterra, Volodymyr Zelensky, Antonio Costa e
Roberta Metsola, i reali di Spagna, Danimarca, Svezia. A
raccoglierne l’appello, il presidente tedesco Frank-Walter
Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholz, rappresentanti di
quella Germania all’incrocio dei venti elettorali che soffiano
per l’AfD, sospinta anche da Elon Musk. Un’ombra davanti alla
quale l’avvertimento dei sopravvissuti si è fatto ancora più
forte, per non ripetere “gli stessi errori degli anni ’30”,
quando “i piani dei nazisti furono sottovalutati”.
I sopravvissuti sono tornati nell’inferno che li ha segnati
per sempre “senza paura di convincerci”, nelle parole di Turski,
“che è necessario avere una visione chiara non solo di ciò che
accade oggi, ma anche di ciò che ci aspetta domani”. Un
messaggio dai toni del ‘Nie wieder’ (mai più) slogan del
post-orrore ripetuto anche dagli altri sopravvissuti Janina
Iwanska, Tova Friedman e Leon Weintraub. Impegnati a richiamare
le guerre in corso e il massacro di Hamas del 7 ottobre.
“L’aumento dell’antisemitismo tra le nazioni è scioccante per
tutti noi. Israele sta lottando per la propria esistenza e per
il proprio stile di vita. Piangiamo non solo i soldati caduti e
gli ostaggi, ma anche le turbolenze e la sfiducia nella nostra
società”, sono state le dure parole di Friedman, deportata
quando era una bambina di sei anni e tra le più giovani
sopravvissute. Messaggi ai quali hanno fatto eco anche i vertici
dello Stato ebraico, con il premier Benyamin Netanyahu e il
presidente Isaac Herzog che sono tornati ad attaccare
rispettivamente la Corte dell’Aja – che “si è disonorata con
attacchi antisemiti” – e le “istituzioni internazionali che
hanno confuso buono e cattivo”. I miliziani di Hamas sono “i
nuovi nazisti e noi siamo impegnati a sconfiggerli una volta per
tutte”, ha assicurato Netanyahu.
Oltre due ore dopo l’inizio della cerimonia, i sopravvissuti
– molti dei quali con il berretto a righe dell’uniforme dei
prigionieri dei campi di sterminio – hanno deposto candele in
ricordo della Shoah. Dopo di loro, uno dopo l’altro, anche i
leader tra cui Mattarella – visibilmente raccolto nell’omaggio –
e Zelensky, al quale è stato tributato un lungo applauso. “Il
male, che cerca di distruggere la vita di intere nazioni,
permane ancora nel mondo. La missione di tutti è fare di tutto
affinché il male non vinca”, sono state le parole del presidente
ucraino. “Ricordare i mali del passato resta un compito
fondamentale” per “plasmare il nostro presente e dare forma al
futuro”, ha osservato re Carlo, facendo eco a Macron nel suo
messaggio per “non dimenticare i milioni di vittime della
Shoah”.
Un nugolo di solidarietà arrivato mentre poco oltre il
confine, in Germania, sono ancora vivide le dichiarazioni di
Musk al comizio dell’AfD sulla necessità per i figli di
rifiutare la responsabilità dei peccati commessi “dai genitori e
dai bisnonni”. “Figli e figlie, madri e padri, migliori amici,
vicini, nonni: più di un milione di persone con sogni e speranze
sono state assassinate ad Auschwitz, assassinate dai tedeschi.
Partecipiamo a questo dolore e ricordiamo. Non tollereremo
l’oblio, né oggi né domani”, è stato il messaggio di Scholz.
Prima della risposta, ancora più netta, di Steinmeier: “Quanto
successo ad Auschwitz è parte della nostra storia e quindi anche
della nostra identità, con la quale dobbiamo confrontarci: la
responsabilità non conosce la parola fine”.
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