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Sinner batte Rune dopo il malore: “Ho vinto grazie al pubblico”. Avanza Sonego, possibile derby

MELBOURNE Sbanda, barcolla, trema. Non riesce a respirare, fa per vomitare. Sembra sul punto di svenire. Il dramma si consuma a metà del terzo set. Dopo aver vinto il primo ed essere andato in bambola nel secondo, Sinner sta per arrendersi al caldo feroce e a una crisi al limite del collasso. Nella Rod Laver Arena il termometro fa 35°, l’afa è insopportabile a stare seduti: figuriamoci se ti giochi un ottavo degli Australian Open.

Invece Jannik resiste, nemmeno lui sa come: salva due volte il servizio. Guerriero. È il momento-chiave dell’incontro, ma lo scopriremo dopo. Chiede l’intervento del medico, resta 12 minuti negli spogliatoi. Dall’altoparlante dello stadio salgono le note di That’s Amore. Viene reidratato, minerali e sali. Come nel luglio scorso a Wimbledon, quarti (persi) con Medvedev. Però questa è un’altra partita: il numero uno rientra in campo, vince il set e un altro ancora.

Batte Rune (6-3, 3-6, 6-3, 6-2), passa ai quarti di finale. Per conoscere l’avversario di mercoledì bisognerà attendere il risultato del match fra l’australiano de Minaur e lo statunitense Michelsen. Ma che emozioni, oggi: That’s Amore, Jannik. E in semifinale potrebbe esserci il derby con Lorenzo Sonego che, poco dopo, ha battuto l’americano Learner Tien 6-3 6-2 3-6 6-1: il passaggio ai quarti è il miglior risultato in carriera in uno Slam per il tennista piemontese.

Sinner: “Grazie al pubblico, la vittoria è al 90% merito suo”

«Questo successo è per il 90% merito del pubblico, e il 10% ce l’ho messo di mio: devo ringraziarvi tutti per il sostegno, ne avevo proprio bisogno». Al termine del match, Sinner risponde alle domande di Jim Courier ma non approfondisce troppo i problemi fisici avuti a metà dell’incontro. «Ho parlato col dottore, sono stato curato nella maniera migliore. Questo torneo è veramente bene organizzato. Stamani non sono riuscito a fare il riscaldamento, sapevo che sarebbe stata una giornata complicata. Però ho servito molto bene e tirato colpi di qualità, sono rimasto sempre attaccato alla partita».

Sinner ha aperto il primo set con un ace e 3 punti direttamente sulla battuta, poi ha subito strappato il servizio a Rune e gestito agevolmente il vantaggio sino a vincere a zero il game del 6-3. Quattro ace contro 2 dell’avversario, solo un paio di errori forzati mentre Rune ne ha commessi 5 in 33 minuti di gioco. Il campione altoatesino è sembrato avere un altro passo rispetto al danese, falloso e incapace di resistere al ritmo imposto. Sul 2 a 2 nel secondo set, Jannik ha avuto 2 occasioni per strappare il servizio a Holger ma l’altro è riuscito a rimettere le cose a posto. Tre giochi più tardi, scivolando nel tentativo di riprendere una volée, è sembrato mettere male un piede e zoppicare per un istante. Al cambio era sofferente. Al box, Cahill e Vagnozzi non nascondevano la loro preoccupazione, e con ragione: un rovescio incrociato fuori ha poi regalato la prima palla break a Rune, il doppio fallo ha completato la frittata. Il danese ha mantenuto il proprio servizio, complici i tanti errori dell’italiano. Che, rosso in volto, in evidente disagio, è filato dritto una prima volta negli spogliatoi.

(reuters)

Sinner, il malore e l’intervento del medico: cosa è successo

Al ritorno in campo sembra rinfrancato, vince a zero il servizio. Ma sull’uno pari, comincia il suo calvario: barcolla, sbanda, suda troppo copiosamente, ha difficoltà a respirare. Torna alla battuta e salva due break point con la forza della disperazione: prima con una serie di colpi da togliere il fiato (pallonetto millimetrico, smorzata, quindi volée), poi con un ace. Prende tempo, il suo avversario si lamenta. Sul 2-2, altra sofferenza: ancora una volta ce la fa e si porta sul 3-2, con Rune che si mangia le mani per alcuni sbagli. Ma a questo punto chiede l’intervento medico e torna negli spogliatoi. Comincia un’altra partita. È cambiato, fa segno di stare meglio. Rune, invece. Sembra quasi rendersi conto dell’occasione perduta. Sul 4-3 a proprio favore, Jannik strappa il servizio al danese. Che subito chiede l’intervento del fisioterapista: per spezzare il ritrovato ritmo di Sinner, maligna qualche spettatore. Chissà se ha ragione. Ma ormai è cominciata un’altra partita. L’italiano vince a zero l’ultimo gioco e il terzo set (6-3). Nel quarto, dopo un’altra interruzione per un problema alla rete, il break arriva sull’1-1. Il campione domina gli scambi e aumenta il ritmo, strappa nuovamente il servizio e chiude sul proprio: 6-2, e vendicato pure Berrettini che era stato eliminato dal danese, testa di serie numero 13.

Sinner come Pietrangeli, 10 volte ai quarti in uno Slam

Era la quinta volta che i due si incontravano, mai in uno Slam in precedenza: nelle prime due occasioni, sul cemento a Sofia (2022) e sulla terra rossa a Montecarlo (2023) aveva vinto il danese. Jannik si era preso una rivincita a Torino nelle Atp finals di 2 anni fa – il successo ‘ripescò’ Djokovic che poi lo superò in finale -, e lo scorso anno a Montecarlo. Con questa vittoria, la numero 18 consecutiva (l’ultima sconfitta è quella con Alcaraz nella finale di Pechino) Sinner raggiunge per la decima volta i quarti di finale di uno Slam. Prima di lui solo un altro italiano, Nicola Pietrangeli.


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