Papa Francesco: «A volte nella mia vita ho trovato qualche suora che aveva la faccia “di aceto” e questo non è affabile!»
Come spesso è accaduto negli anni Papa Francesco ha usato un linguaggio colorito e inventivo parlando a braccio durante un incontro con associazioni cattoliche della scuola. Nel comunicato ufficiale del Vaticano c’è l’appello contro il bullismo fatto dal pontefice, ma tutti i titoli sono riservati alle sue parole sulle suore. «A volte nella mia vita ho trovato qualche suora che aveva la faccia “di aceto” e questo non è affabile, questa non è una cosa che aiuta ad attirare la gente. L’aceto è brutto e le suore con la faccia di aceto… non parliamone!».
L’interpretazione non è immediata, ma non è difficile: il pontefice chiede sorrisi e affabilità, non facce scure e acidità. Queste non attirano, in generale e in particolare nelle scuole cattoliche. Papa Francesco parla durante l’udienza alle partecipanti al XV Capitolo generale elettivo dell’Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola. «La Scuola è una missione, non dimenticatelo!», ha spiegato. «Avete scelto, per i vostri incontri, un tema impegnativo: “Comprendere il presente per capire insieme il futuro dell’Unione in cammino con la Chiesa”. Capire il presente, comprenderlo, per capire il futuro; in cammino, non ferme – i morti sono fermi! -, in cammino con la Chiesa».
Per il pontefice è in linea con l’eredità, lasciata dalla Venerabile Luigia Tincani, di dare risposte creative alle domande degli uomini e delle donne del nostro tempo, «specialmente degli indifferenti alla fede e dei lontani, attraverso la promozione di un umanesimo cristiano, uno stile di vita affabile e amorevole». Da qui l’invito a non avere la faccia di aceto che a qualcuno ha ricordato le gaffes linguiste passate del papa: su tutte la parola frociaggine usata lo scorso maggio in un incontro a porte chiuse con i vescovi italiani, dopo le quali sono arrivate scuse dal Vaticano.
Ricevendo in udienza l’Unione Cattolica Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori (Uciim), l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (Aimc) e l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche (Agesc) il papa ha detto no al bullismo a scuola, «occorre fermarlo perché con il bullismo ci si prepara alla guerra e non alla pace». Francesco ha ricordato l’importanza della speranza «che supera ogni desiderio umano, perché apre le menti e i cuori sulla vita e sulla bellezza eterna». «La scuola ha bisogno di questo! Sentitevi chiamati a elaborare e trasmettere una nuova cultura, fondata sull’incontro tra le generazioni, sull’inclusione, sul discernimento del vero, del buono e del bello; una cultura della responsabilità, personale e collettiva, per affrontare le sfide globali come le crisi ambientali, sociali ed economiche, e la grande sfida della pace».
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