Toscana

“Gesù nasce in Ucraina e a Gaza, negli ospedali, nelle carceri e trai poveri”. L’omelia di Natale del vescovo Andrea


Si sono tenute nelle ultime ore le due celebrazioni principali del Natale, quella della notte appena trascorsa e quella di questa mattina. Il Vescovo Andrea le ha presiedute e tra i due appuntamenti principali ha tenuto messa anche all’interno della casa circondariale di Arezzo proprio per i detenuti e il personale. 

Importanti i temi che ha voluto sottolineare e porre all’attenzione dei fedeli presenti nella Cattedrale. 

“Noi ci accorgiamo che è nato Gesù?” ha chiesto alla platea presente questa notte nelle panche del Duomo. “Ci sono i potenti che fanno la guerra in Ucraina, ci sono interessi dei grandi della Terra e c’è tanta violenza e distruzione, morte e sofferenza. Ma si accorgeranno in Ucraina e in Russia che è nato Gesù? E proprio nella terra santa, in tutto il Medio Oriente, fino a Betlemme, oggi. Anche lì una follia fratricida non guarda in faccia a nessuno, neanche a bambini innocenti, oggi come allora, e fa strage di vite senza colpa, parlando di vittoria piuttosto che di pace. Ancora in quella terra oggi nasce Gesù. Ma chi se ne accorge? Saranno forse i più deboli e sofferenti perché se Gesù nasce, lo fa in mezzo a loro, come uno di loro, tra i più poveri.”

E poi ancora ha detto: “Ci sono tante ingiustizie nella società, squilibri di poteri e prevaricazioni dei più forti… e chi si accorge che è nato Gesù, il giusto Messia? E in mezzo ai poveri, tra i malati, nelle carceri, tra chi è solo… c’è chi si accorge che è nato Gesù? Le nostre famiglie, genitori che cercano un figlio o che magari rifiutano la vita nascente e poi i nostri giovani. Ma lo sanno che è nato Gesù? Se ne sono accorti? Perché ci chiediamo anche: dove nasce Gesù? Se c’è un luogo dove nasce è proprio in Ucraina, a Gaza, tra i più poveri, negli ospedali, nelle carceri.”

Poi i riferimenti diventano sempre più puntuali rispetto al territorio aretino: “Cara diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, le nostre comunità, Arezzo città del Natale … ti sei accorta che è nato Gesù? Che c’è Lui, il liberatore? E’ venuto chi dona la vita, chi ti fa vivere, fa davvero vivere te. E te ne accorgi? Lo sai accogliere e seguire?”

Questi sono temi ripresi anche nell’omelia di questa mattina.

“Corre il pensiero ai terribili scenari di guerra: l’Ucraina, la Terra santa, il Myanmar, e altri ancora… E mi pare di scoprire che proprio lì’, in quelle terre martoriate, nasce Gesù bambino e certo lo troviamo nel presepio. La fantasia mi sposta poi sui tanti barconi di migranti che giungono sulle coste italiane e nelle terre europee, non ci sta più nessuno su quelle barche che quasi affondano, ma un posticino per Gesù bambino non può mancare. Sono stato in questi giorni a visitare i malati nei nostri ospedali e proprio oggi ho celebrato la messa in carcere e sono posti davvero ospitali in questo natale perché nasca il bambinello di Betlemme. Proprio lì, nelle corsie di ospedale e nelle celle del carcere. E poi certo non mancherà in altri luoghi di fragilità come le case che ospitano i nostri anziani. Ma dove sarà mai nato Gesù bambino? In quale presepio lo troviamo? Mi pare di vederlo nei pressi delle stazioni ferroviarie delle nostre città, posti che sembrano a volte poco sicuri, soprattutto di notte, frequentati da gente che sembra talvolta poco raccomandabile e sono forse i poveri di oggi, feriti dalla società, senza un posto dignitoso per vivere… Proprio lì si trova Gesù bambino. Vorrei sperare che il bambinello trovasse posto nella culla del dormitorio e delle mense della Caritas, perché lì certo c’è chi di Lui ha proprio bisogno. E in silenzio, senza piangere quasi per non dare disturbo, forse Gesù bambino è nei presepi di quelle case dove si litiga e non si riesce più a dialogare, dove si alza troppo la voce fino a soffocare quella dei più deboli che tante volte sono i bambini. E poi penso che Gesù bambino abbia posto nel cuore di tanti nostri giovani, quelli che cercano la bellezza della vita, il desiderio di cambiare in meglio il nostro mondo, e hanno dentro di loro la fantasia per crederci ancora nella vita. Si si, Gesù bambino nei presepi del cuore dei giovani c’è di sicuro.”


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