La messa in Duomo del vescovo Muser: «Diamo speranza a chi ne ha poca: i poveri, i malati, le persone sole, gli anziani» – Cronaca
BOLZANO. Il Natale “significa lasciarsi abbracciare da Dio. Il messaggio di Gesù dice chiaramente a ciascuno di noi: non sei venuto al mondo invano, il tuo impegno per gli altri non è infruttuoso”: così il vescovo Ivo Muser oggi (25 dicembre) celebrando il Natale in un duomo di Bolzano gremito di fedeli.
“In questi giorni – ha invitato Muser – diamo speranza a chi ne ha poca: i poveri, i malati, le persone sole, gli anziani. Riconosciamo il volto delle sorelle e dei fratelli nel bisogno. Un piccolo gesto di speranza e di incontro fa sì che il Natale diventi realtà.”
Per riflettere sul senso del Natale, nell’omelia il vescovo ha citato tre incontri che ha avuto quest’anno: il primo con una giovane coppia che non se la sente di mettere al mondo un figlio in questo tempo segnato da guerre, individualismo, catastrofi ambientali; il secondo incontro nel viaggio in Tanzania in estate, quando una donna gli ha chiesto di benedire il suo bambino perché i figli sono l’orgoglio e il futuro dell’Africa e della Chiesa; il terzo incontro raccontato da monsignor Muser è stato qualche giorno fa nella visita prenatalizia al Servizio hospice e cure palliative dell’ospedale di Bolzano, dove una malata terminale gli ha chiesto di abbracciarla, come faceva Gesù.
“Natale – ha spiegato il vescovo – significa lasciarsi abbracciare da Dio. Oggi celebriamo una dichiarazione d’amore di Dio. Dio stesso non poteva spingersi più in là di così, per avvicinarsi a noi e abbracciarci. Egli abita tra noi, diventa uomo fino all’abisso della croce. In questo modo ci fa partecipi della sua vita, della sua luce, della sua grazia e verità. Un tale avvenimento non esiste in nessun’altra religione! Per i credenti non c’è più nessun luogo in cui Dio non sia presente, in cui non vi sia più speranza e quindi un senso.”
E quindi, ha proseguito il vescovo, “il Natale è la preziosa risposta di Dio alle pressanti domande della nostra esistenza umana: dov’è il mio posto? di cosa vivo? sono ancora amato nel momento della morte, la mia vita ha ancora un valore? Gesù è la risposta alle nostre domande. Questa è la speranza di cui abbiamo bisogno. Una speranza che abbraccia, che aiuta a vivere e a morire.”
Il messaggio di Gesù, ha proseguito Muser, “dice chiaramente a ciascuno di noi: non sei venuto al mondo invano, il tuo impegno per gli altri non è infruttuoso. Ciò che ti sta a cuore, così come ciò che devi sopportare, non è inutile. Alla fine della tua vita non c’è il nulla, ma l’incontro con il senso ultimo. E il Natale è niente di meno che questa speranza.” In questi giorni, ha pertanto invitato il vescovo, “diamo speranza a chi ne ha poca: i poveri, i malati, le persone sole, gli anziani. Riconosciamo il volto delle sorelle e dei fratelli nel bisogno. Un piccolo gesto di speranza e di incontro fa sì che il Natale diventi realtà.”
Proprio questa speranza, ha ricordato, è il motivo centrale dell’Anno Santo inaugurato dal Papa a Roma nella veglia di Natale e che si aprirà nella nostra diocesi domenica 29 dicembre: alle 12 tutte le campane della diocesi suoneranno per annunciare solennemente l’inizio del Giubileo, mentre la celebrazione avrà inizio alle 15 nella chiesa del Seminario maggiore di Bressanone. Da lì partirà una processione fino al duomo, dove verrà collocata la croce giubilare e dove il vescovo presiederà la Santa Messa di apertura.