Spumanti italiani, si berranno 335 milioni di bottiglie – Vino
Onav, organizzazione nazionale
assaggiatori vino, ha celebrato, ad Asti, nel centenario della
morte, Federico Martinotti, inventore del metodo con cui vengono
prodotti molti dei più importanti spumanti italiani. Onav ha
organizzato il convegno “Martinotti: cento anni di spumantistica
italiana” a pochi giorni dall’inizio delle festività natalizie,
durante le quali si stima un consumo di 335 milioni di bottiglie
di bollicine (+ 7%), in gran parte prodotti con metodo
Martinotti. “Onav è nata ad Asti e dal 1951 divulga la cultura
del vino in Italia e all’Estero.- ha sottolineato il presidente
Vito Intini. – Poter festeggiare questo straordinario
personaggio nella nostra nuova sede, ospitando tanti produttori
in presenza e online, significa contribuire alla diffusione
della cultura dello spumante in Italia”. Oltre a inventare per
la prima volta il metodo di rifermentazione naturale in
autoclave, – è stato ricordato nel convegno – Martinotti fu
anche un innovatore e durante il proibizionismo, fu incaricato
dalla ditta Calissano di produrre uno spumante e un vermouth
senz’alcol, tema oggi di grande attualità. Asti Docg,
Conegliano Valdobbiadene Docg, Prosecco Doc, Brachetto d’Acqui
Docg e Lambrusco Doc sono solo alcuni degli spumanti ottenuti
col metodo Martinotti, che prevede la spumantizzazione in
autoclave, che consente da un lato di mantenere le
caratteristiche varietali delle uve, dall’altro di ottenere lo
spumante in alcuni mesi invece che in anni, come nel caso del
Metodo Classico. Oggi in Italia quasi ogni cantina produce
almeno un vino con questo metodo brevettato nel 1895. “Federico
Martinotti ha inventato un metodo per la produzione di spumanti
che di fatto coincide anche con la storia della nostra
denominazione. – commenta Stefano Ricagno, presidente del
Consorzio Asti Docg. – Celebrare i cento anni della produzione
spumantistica italiana significa però non solo guardare ai
successi del passato, ma anche riflettere sulle sfide e sulle
prospettive future delle bollicine tricolore, a partire da
quelle tutelate dal nostro Consorzio”.
Diego Tomasi, direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg ha parlato dei legami
storici e scientifici tra Federico Martinotti e Antonio Carpenè,
promotore, quest’ultimo, della nascita del successo del Prosecco
nel mondo, che già stava sperimentando tecniche di
spumantizzazione alternative. “Oggi sappiamo che il Metodo
Martinotti è un processo ideale ad esaltare gli aromi dell’uva
Glera”
sottolinea il direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Docg, Diego Tomasi, ricordando che
Antonio Carpenè, illustre scienziato, chimico, ricercatore, tra
i primi artefici dell’arte spumantistica italiana, aveva
intrattenuto un lungo carteggio con lo stesso Martinotti e, pur
avendo visioni differenti sull’argomento, alla fine, insieme al
figlio Etile, convenne nel seguire le idee sostenute da
Martinotti”.
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