Soppresso il treno del ritorno dei pendolari di Castiglion Fiorentino e Camucia
“Portare all’attenzione degli organi ed enti preposti come Regione, Trenitalia, Rfi, la problematica, che comporta gravi disagi ai cittadini castiglionesi che utilizzano ogni giorno questo mezzo per recarsi al lavoro o a scuola e poi far ritorno a casa nella pausa pranzo, affinché venga ripristinato il treno 18711 con partenza da Arezzo in orario 12,56 e con fermate a Castiglion Fiorentino e Camucia-Cortona o in alternativa che il treno 18713, attualmente in vigore, effettui fermate anche alle stazioni di Castiglion Fiorentino e Camucia-Cortona anticipandone l’orario, anche di soli pochi minuti, per renderlo il più possibile prossimo a quello del convoglio, adesso soppresso”.
È questo il cuore della mozione, approvata all’unanimità nell’ultimo consiglio comunale, presentata dalla capogruppo di maggioranza “Libera Castiglioni”, Beatrice Berti, sul ripristino del treno 18711 con fermata nelle stazioni di Castiglion Fiorentino e Camucia nei giorni feriali.
Il treno in questione era utilizzato, in particolar modo, dai tanti pendolari castiglionesi e cortonesi che ogni giorno lo utilizzano in pausa pranzo.
Non è la prima volta che il treno 18711 viene soppresso e poi ripristinato ed infatti, dal tabellone orari treni cartaceo presente in stazione, risulta nuovamente essere presente a partire dal 9 gennaio 2025 fino a marzo.
“Nell’ottica di una mobilità sempre più sostenibile dovrebbe essere incentivato l’uso dei mezzi pubblici rispetto ai mezzi privati, e la soppressione di un servizio come questo appare fortemente in contro tendenza rispetto a ciò, perché anziché incentivare, disincentiva l’uso del treno a causa dei gravi disagi per gli utenti. Pertanto chiediamo agli organi competenti di ripristinare la fermata perché questo nuovo orario crea un grave disagio ai pendolari, per la maggior parte lavoratori e studenti, che di norma dal lunedì al venerdì utilizzano il treno per raggiungere, rispettivamente, il luogo di lavoro o scola/università”, chiude la nota.
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