Umbria

Stipendi, in Umbria per i dipendenti del privato -20% rispetto ai colleghi del Nord


di Dan.Bo.

Il gap salariale è uno dei grandi problemi dell’economia umbra e a confermarlo nelle scorse è stato anche l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Secondo l’analisi i dipendenti umbri del settore privato guadagnano circa il 20 per cento in meno rispetto ai colleghi di regioni del Nord Italia come Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. In termini assoluti si parla di 1.615 euro per i lavoratori umbri contro i circa duemila delle tre regioni citate. In Lombardia in particolare la media è di 2.254 euro, in Piemonte di 1.960 e in Emilia di 1.957. Quanto al dato nazionale invece (1.820 euro), la differenza è di 205 euro. Particolarmente marcata la differenza tra Nord e Sud: nel Mezzogiorno infatti si percepiscono in media 1.350 euro.

I numeri Guardando ai dati delle altre regioni del Centro, un dipendente del settore privato in Toscana guadagna in media 1.722 euro, uno delle Marche 1.612 e uno del Lazio 1.859. Numeri che ovviamente si riflettono anche sulle tredicesime, in arrivo in questi giorni a tutti i dipendenti. A livello provinciale in Umbria non si notano grandi differenze: Perugia è 52esima su 120 con 1.616 euro mentre Terni è 53esima con 1.609. In testa alla classifica invece ci sono Milano (2.642 euro), Monza-Brianza (2.218), Parma (2.144), Modena (2.129), Bologna (2.123) e via via tutte le altre; a chiudere ci sono le province di Vibo Valentia (1.030 euro), Nuoro (1.129) e Cosenza (1.140). Nel complesso i 211 mila lavoratori del settore privato umbro nel 2023 hanno guadagnato 4,8 miliardi di euro; in tutta Italia invece si parla di oltre 17,3 milioni di lavoratori per retribuzioni totali pari a 411 miliardi.

Le differenze «Queste disuguaglianze salariali molto marcate – spiega la Cgia – sono legate al caro-vita e alla produttività che sono nettamente superiori al Nord rispetto al Sud; al fatto che i valori retributivi medi sono condizionati negativamente dalla presenza dei contratti a termine (part time involontario, stagionali, intermittenti e così via), che gravitano in particolare nel Mezzogiorno e alla concentrazione delle multinazionali, dei grandi gruppi industriali e degli istituti di credito, finanziari o assicurativi che, rispetto alle Pmi, erogano stipendi più pesanti, ma non sono distribuiti uniformemente lungo tutto lo stivale. La presenza di queste realtà, infatti, si raccoglie, in particolar modo, nelle grandi aree urbane del Nord». 

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