File segreti e documenti top secret: cosa nasconde l’ambasciata nordcoreana in Siria?
La Siria era uno dei partner più stretti della Corea del Nord. Utilizziamo il passato, perché questo valeva fin quando il controllo del potere era nelle mani degli Assad. Con la fuga di Bashar Al Assad, avvenuta in seguito alla vittoriosa rivolta dei gruppi ribelli, i rapporti tra questo Paese e Pyongyang potrebbero cambiare per sempre. Una riprova arriva da quanto sarebbe accaduto all’ambasciata della Repubblica Popolare Democratica di Corea (nome ufficiale per indicare la Nord Corea) a Damasco. L’hub diplomatico incaricato di tessere le fitte relazioni tra Assad e Kim sarebbe stato letteralmente smantellato, tra documenti dati alle fiamme e personale trasferito al di fuori del Paese (in fretta e furia) con il contributo di funzionari russi.
La fuga dall’ambasciata nordcoreana in Siria
Pare che, proprio mentre il governo di Assad stava per alzare bandiera bianca, i diplomatici nordcoreani si stessero muovendo per lasciare la loro ambasciata. Non sappiamo se oggi la sede sia ancora operativa, abbia funzioni ridotte o se, invece, sia stata completamente chiusa. Il ministero degli Esteri russo ha fatto sapere che un volo speciale delle Forze aerospaziali del Cremlino ha trasportato “parte del personale delle missioni estere russe a Damasco all’aeroporto Chkalovsky di Mosca“. “Sono stati evacuati anche i dipendenti delle missioni diplomatiche di Bielorussia, Repubblica Popolare Democratica di Corea e Abkhazia“, si legge ancora nel comunicato ufficiale, senza tuttavia menzionare se qualche nordcoreano fosse rimasto in Siria o se l’intero personale della missione di Pyongyang avesse lasciato il Paese.
Secondo Mosca, insomma, la Russia avrebbe contribuito a trasferire un numero non quantificato di diplomatici nordcoreani dalla Siria, mettendo forse in discussione le future operazioni della Nord Corea in quel di Damasco. In realtà non era chiaro neppure quanti funzionari del Nord fossero operativi in loco prima della caduta di Assad. Ricordiamo che Pyongyang non ha più avuto un ambasciatore in terra siriana da quando l’ultimo incaricato, Mun Jong Nam, è morto per un ictus nel 2022. “La chiusura dell’ambasciata segna un potenziale cambiamento nelle relazioni della Corea del Nord con il Medio Oriente, anche se rimangono dubbi sul fatto che Pyongyang abbia completamente abbandonato la sua presenza in Siria“, ha scritto Nk News.
I segreti della sede diplomatica di Kim
Secondo quanto riportato dallo stesso sito, poco prima che i ribelli rovesciassero il governo di Assad, il personale dell’ambasciata nordcoreana di Damasco avrebbe trascorso giornate intere a bruciare documenti, file e altro materiale, come testimoniato da alcuni residenti dell’area. I cittadini siriani continuerebbero a segnalare non meglio specificate attività notturne all’interno del complesso, anche se è difficile capire cosa stia esattamente accadendo.
In un post su Telegram in cui è stata condivisa la notizia, l’ambasciata russa in Corea del Nord ha diffuso diverse immagini che mostrano un grande aereo da trasporto russo in un aeroporto innevato, probabilmente la base aerea di Chkalovsky, e personale addetto alle crisi del ministero degli Esteri. I media statali nordcoreani non hanno invece ancora parlato dell’evacuazione dei propri diplomatici dalla Siria né fatto riferimento dell’estromissione di uno dei partner più stretti del Paese in Medio Oriente.
Dopo la cacciata di Assad, la Corea del Nord potrebbe adottare un approccio pragmatico verso il nuovo governo ribelle, in attesa di capire se anche HTS sarà interessato ad acquistare armi da Pyongyang (i ribelli sono stati comunque definiti “terroristi” dai media nordcoreani).
Il fatto che il Nord abbia ritirato il personale dal Paese suggerisce però che Kim Jong Un non intenderebbe mantenere i legami con la Siria sotto il nuovo governo e che, soprattutto, considera la situazione sul campo troppo pericolosa per mantenere una presenza diplomatica nel Paese.
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