Bimba picchiata alle elementari: i genitori agiscono per vie legali – Bolzano
BOLZANO. «Abbiamo scritto due mail alla scuola: il 27 e il 29 novembre. Non ci è mai stata data risposta. Vogliamo accertare se ci siano state delle mancanze nella vigilanza da parte del corpo docenti. Ma sarà importante capire anche perché le alunne, al momento dello scontro, si trovavano in quella determinata zona del cortile durante l’intervallo». Così l’avvocato Nicola Nettis sull’episodio violento avvenuto ad inizio novembre in una scuola elementare. Ora si è deciso di passare per vie legali.
Il legale bolzanino è stato incaricato dai due genitori per fare luce sul pestaggio subito dalla figlia di 8 anni per mano di tre coetanee (non è chiaro se abbiano agito tutte e tre). Quanto successo in quei giorni, durante la ricreazione che anticipa le attività pomeridiane, ha lasciato dei segni profondi nella giovane vittima. In primis di natura fisica: trauma facciale, trauma cranico, segni sul collo e contusioni alle ginocchia dice il referto dei medici. Ma l’episodio ha poi avuto conseguenze anche psicologiche («non dorme la notte, ha gli incubi», assicura il legale). Tant’è che la famiglia ha deciso di lasciare la figlia a casa da scuola per una settimana.
«È stata una decisione inevitabile perché la vittima è stata rimessa nel gruppo di lavoro assieme ad una delle tre bambine. E ci sono stati altri episodi di bullismo dopo il pestaggio», riferisce Nicola Nettis.
Il confronto mancato
Ieri mattina, all’interno della scuola, era previsto un incontro tra la dirigente, i referenti contro il bullismo, i docenti e la famiglia della giovane per discutere della vicenda. Il confronto però sarebbe saltato perché i genitori pretendevano fosse presente anche il loro legale di fiducia. Cosa che invece avrebbe trovato in disaccordo i vertici dell’istituto. Ora un nuovo consiglio di classe è fissato per l’anno nuovo, giovedì 9 gennaio.
Si sono già attivati i fari della Procura minorile e anche i servizi sociali si sono informati sull’episodio. I punti oscuri sono tanti. La madre e il padre della bambina picchiata raccontano infatti di essere venuti a conoscenza dell’episodio violento solo all’uscita dalla scuola, alle 15.45. La famiglia dice di «non avere ricevuto alcuna chiamata dalla scuola in quel lasso di tempo» e che «la figlia è rimasta in classe per oltre due ore con i lividi».
«Vogliamo ricevere le disposizioni regolamentari che disciplinano l’intervallo, il numero degli insegnanti che hanno svolto la vigilanza della classe, capire inoltre se le alunne potevano trovarsi lì e perché – conclude Nicola Nettis – non sono stati avvisati subito i genitori. Chiediamo risposte anche dalla sovrintendenza scolastica. A quel punto ci muoveremo nelle sedi adatte».
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