Liguria

Ddl sicurezza, i comitati scendono in piazza: “Difendiamo il diritto di manifestare il dissenso”

Genova. Un presidio di protesta contro le nuove norme introdotte del ddl Sicurezza è stato lanciato dalla Rete liguria dei comitati per portare ancora una volta in piazza le vertenze delle tante associazioni del territorio, genovesi e liguri, insieme alle nuove preoccupazioni legate alla stretta introdotta dal governo Meloni in materia di ordine pubblico.

“La nuova legge indebolisce gli strumenti di lotta e contrasto alle mafie e alla corruzione – spiegano i promotori – mentre viene criminalizzata la povertà. Oltre a questo c’è un vero e proprio attacco al diritto di sciopero, uno strumento fondamentale per la nostra democrazia e soprattutto per esprimere il proprio pensiero anche criticamente, cosa sempre più difficile nel nostro paese. Per questo motivo invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare, per difendere il diritto di critica e di manifestare il proprio dissenso”.

L’appuntamento è per venerdì 20 dicembre dalle ore 16.3o alle 18.30 in piazza De Ferrari, appuntamento dalle scale di Palazzo Ducale. “L’anno scorso abbiamo portato dei pacchi simbolici da mettere sotto l’albero – spiegano gli organizzatori – questa volta abbiamo in serba una nuova sorpresa per portare il nostro messaggio”. Un messaggio, quello della protesta, che secondo gli organizzatori è “urgente”: “Questo disegno di legge è il più pericoloso attacco alla libertà di protestare nella storia della nostra repubblica – aggiungono – un ddl della Paura. Sono previsti fino a 20 anni di carcere per chi protesta contro le grandi opere, nelle carceri e nei Cpr, trasforma in reato penale i blocchi stradali punibili con il carcere. Carcere fino a sette anni per chi occupa case e per chi solidarizza con la lotta. E poi pene innalzate fino a 4 anni per la resistenza passiva, 15 per quella attiva. Un vero e proprio attacco al diritto del dissenso, in un periodo storico cruciale per il nostro paese”.

presidio rete genovese

Al presidio prenderanno parte i comitati della Rete Genovese, insieme a il comitato Giù le mani dall’Entella da Lavagna, il comitato No Rigassificatore da Savona e il Coordinamento dei comitati del Ponente.




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