Marche

Ergastolo a Franco Panariello, uccise sua moglie Titti in casa a Cerreto d’Esi con 43 coltellate: «Una vendetta»


ANCONA Ergastolo. Pena massima per Franco Panariello, l’operaio metalmeccanico reo confesso dell’omicidio della moglie, Concetta Marruocco, uccisa sotto il peso di 43 coltellate. Il delitto, a Cerreto d’Esi, la notte del 14 ottobre 2023. Da allora, il 56enne è recluso a Montacuto. La sentenza è stata messa ieri pomeriggio dai giudici della Corte d’Assise dopo un paio d’ore di camera di consiglio. Accolta, in termini di pena, la richiesta del pm Paolo Gubinelli. Dopo la lettura del dispositivo, un accenno di applauso da parte dei familiari dell’infermiera uccisa è stato subito smorzato dal presidente Roberto Evangelisti.

La tensione

Ma il clima di tensione non si è attenuato del tutto, poiché c’è stato un faccia faccia tra un parente di Titti e il difensore di Panariello, l’avvocato Ruggero Benvenuto. «Sono stato minacciato di morte» ha riferito il legale. «Abbi paura perché io t’accido» gli sarebbe stato detto. È dovuto intervenire il carabiniere di guardia in aula per riportare la situazione alla calma.

Panariello due mesi fa ha subito una prima condanna: cinque anni di reclusione per maltrattamenti. Anche in quell’occasione, la vittima era Titti. Per le botte subite in casa, la 50enne aveva deposto in aula il 14 settembre, un mese prima del delitto. E non era stata tenera con il marito, su cui pendeva il divieto di avvicinamento alla casa di via don Pietro Ciccolini. Lui aveva anche il braccialetto elettronico

. «È stato quello l’interruttore che ha fatto accendere la luce nella testa di Panariello» ha detto nella requisitoria il pm Paolo Gubinelli, riferendosi alla miaccia scattata dopo quell’udienza di settembre. «Sono andato a casa di mia moglie per chiarire quell’odio che aveva maturato nei miei confronti dopo 25 anni di matrimonio» aveva detto ai giudici il 56enne, che dopo il divieto di avvicinamento alla moglie aveva chiesto aiuto a uno psichiatra. Si era trasferito a Fabriano. Da qui, il 14 ottobre 2023 era partito portando un coltello da cucina per raggiungere Cerreto, dove vivevano Titti e la loro figlia di 16 anni.

I fendenti sul letto

«Ma quella notte – ancora il pm – lui non ha proferito una parola. Questo dicono i fori lasciati nelle lenzuola che in parte coprivano Concetta». L’infermiera di Matelica era stata aggredita sul letto, mentre dormiva. «Non è stato un delitto d’impeto – ha continuato il pubblico ministero – voleva fargliela pagare per le parole che lei aveva detto in aula». Nessun chiarimento, ma una vendetta mortale. Nella sua arringa il difensore ha ricordato il difficile contesto familiare in cui è maturato l’omicidio.

«Siamo certi che la formula omicidio/ergastolo sia corretta e l’espressione di una società civile?» si è chiesto il legale. Le motivazioni tra 90 giorni, poi l’appello. «Non sono state considerate alcune circostanze attenuanti». Panariello si è era consegnato ai carabinieri, indicando anche il luogo dove aveva abbandonato il coltello. Le parti civili erano due dei tre figli della coppia e la sorella della 50enne. Erano rappresentate dagli avvocati Andrea Nobili, Giuseppe Villa e Cesira Carnevali (per il centro anti-violenza Artemisia).




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