Abruzzo

sul posto è intervenuta la dottoressa teatina Silvia Ramondo [VIDEO]


Restano stabili le condizioni di Ottavia Piana, la speleologa bresciana di 32 anni rimasta bloccata dalla sera di sabato nell’”Abisso Bueno Fonteno”, una grotta situata nel Bergamasco. La donna, vittima di una caduta di oltre cinque metri, ha riportato diverse ferite che hanno reso necessaria un’operazione di soccorso estremamente complessa e delicata.

Sul posto è intervenuta anche la dottoressa teatina Silvia Ramondo, medico del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) e membro dello Speleo Club Chieti. La Ramondo, tra le prime a raggiungere Piana, ha fornito assistenza medica fondamentale per stabilizzare la speleologa e consentire la prosecuzione delle operazioni di recupero.

Le operazioni, che vedono impegnati oltre cento soccorritori, proseguono senza sosta e si prevede che la risalita della speleologa possa concludersi non prima di domani sera. L’intervento è particolarmente complesso a causa della profondità e delle caratteristiche tecniche della grotta, ma la presenza di un medico, come la dottoressa Ramondo, è stata cruciale per garantire la sicurezza e la stabilità delle condizioni della ferita durante l’attesa.

I soccorritori con la barella hanno terminato il percorso nel ramo secondario della grotta — non esplorato — per ora ritrovarsi nella parte conosciuta della grotta. Le tempistiche di movimento sono scandite da un’ora e mezza di trasporto e un’ora di pausa per fornire assistenza sanitaria all’infortunata.

Fino a questo momento sono stati impegnati 126 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico che hanno formato 5 squadre di soccorso: alcune dedicate al trasporto della barella, altre ad anticiparne il passaggio provvedendo a disostruire dei tratti che successivamente potrebbero risultare problematici — anche con l’utilizzo di piccole cariche esplosive. L’ingresso della sesta squadra è previsto per questa sera, quello della settima nella giornata di domani. 

Le condizioni dell’infortunata, costantemente monitorata dal personale sanitario del Soccorso Alpino e Speleologico, sono stabili. Le comunicazioni tra l’esterno e l’interno della grotta sono garantite da un cavo telefonico che i soccorritori hanno posizionato lungo tutto il percorso delle operazioni di soccorso.


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