Cultura

Fuwah – Care | Indie For Bunnies

Secondo album dopo l’esordio  “Europo: sen limoji (Europa senza confini)” per questo collettivo di musicisti italiani attivo tra Londra e Milano che continua a esplorare i confini tra jazz, pop e elettronica. Se nel primo disco indagavano gli effetti a lungo termine della Brexit in questi nuovi brani ampliano il campo toccando i temi più vari dal bisogno di sostegno reciproco a capitalismo e ambientalismo.

Credit: Andrea Caldarelli

Argomenti che i Fuwah trattano con appassionata delicatezza puntando su melodie decise e dalla forte cantabilità create dal rapporto ormai rodato tra Maddalena Ghezzi (voce) Luca Pissavini (basso) Fabrizio Carriero (batteria) e Filippo Cozzi al sassofono.

È l’elettronica riflessiva di “Pierrot” ad aprire “Care” seguita a stretto giro di posta da “Jaded” buon abbinamento di sax, batteria e elettro – pop, più vicina al jazz venato di soul è invece “Human Ideals” dal ritmo felpato e caldo. Incalzante “Bad Night, Bad Bye” sempre trascinata da sassofono e batteria come la malinconica “Unsostainable Noise” poco dopo.

Contaminazione continua quella dei Fuwah che in “No More Lies” lanciano un accorato grido d’allarme sullo stato del mondo. Dolci e intense armonie quelle di “Distant Sound” che in “Know The How” si fanno speranzose prima della raffinata chiusura affidata a “The Anchor”. Jazz moderno per il quartetto che continua a regalare buone sensazioni.


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