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Nuovo tentativo di impeachment contro Yoon. Oggi si cercano i voti dei franchi tiratori


Nuovo tentativo di impeachment contro Yoon. Oggi si cercano i voti dei franchi tiratori

È stato anticipato dalle 17 alle 16 di oggi, le 8 in Italia, il voto in Parlamento sull’impeachment del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol. Lo ha annunciato l’ufficio del presidente dell’Assemblea nazionale di Seul in una nota, spiegando che «data la rilevanza nazionale e la gravità della questione, la sessione plenaria è stata spostata alle 16 per consentire il tempo adeguato per discussioni e consultazioni approfondite».

Una seconda votazione, quella di oggi, dopo che sabato scorso era stata respinta la mozione di impeachment per rimuovere Yoon dalla presidenza dopo la sua decisione di imporre la legge marziale, poi ritirata. A far fallire la mozione erano stati allora i deputati del partito al governo People Power Party, che hanno boicottato il voto. Ed è proprio a loro che si è rivolto ieri il leader del Partito Democratico all’opposizione in Corea del Sud, Lee Jae-myung, che ha detto ai deputati del partito al governo che «la storia ricorderà» se non sosterranno l’impeachment del presidente.

La votazione di impeachment di oggi vede Yoon accusato di «atti insurrezionali che minano l’ordine costituzionale» e, secondo gli analisti, l’opposizione potrebbe avere questa volta maggiore fortuna. Per approvare la mozione servono duecento voti, il che significa che i deputati dell’opposizione devono convincere otto colleghi del partito al governo a disertare. «Ciò che i deputati devono proteggere non è né Yoon né il partito al potere People Power Party, ma la vita delle persone che piangono nelle strade», ha affermato Lee. «Per favore, unitevi a noi per sostenere il voto di impeachment di domani. La storia ricorderà e registrerà la vostra scelta», ha aggiunto. Sabato scorso solo 195 deputati hanno partecipato alla votazione, rendendola nulla.

Prima del voto in Parlamento sabato scorso, Yoon aveva offerto le sue «scuse sincere» e promesso che «non ci sarà un’altra» imposizione della legge marziale nel Paese. Ma poi, forte della mozione bocciata e avvicinandosi il nuovo voto di domani, ieri Yoon ha negato le accuse e dichiarato che non si dimetterà dall’incarico. «Combatterò fino alla fine», ha tuonato, difendendo la sua decisione di imporre la legge marziale nel Paese perché mirata a «proteggere la democrazia» e a «impedirne il crollo». Ovvero a «contrastare la dittatura parlamentare» dell’opposizione. «Non cambio posizione, anche se verrò messo sotto accusa o indagato», ha aggiunto.

L’Assemblea nazionale ha approvato intanto un disegno di legge per istituire un procuratore speciale che indaghi sulle accuse di insurrezione contro il capo di Stato sudcoreano. Sempre ieri il Parlamento di Seul ha approvato la mozione di impeachment nei confronti del ministro della Giustizia sudcoreano Park Sung Jae, che in carcere ha tentato il suicidio, e del capo della polizia nazionale Cho Ji Ho.

I due sono quindi stati sollevati dal loro incarico, fino a quando la Corte costituzionale non si pronuncerà in merito. L’accusa nei loro confronti è quella di aver sostenuto l’applicazione della legge marziale voluta dal presidente Yoon.


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