Scienza e tecnologia

Naughty Dog verso mondi inesplorati

Il momento dell’annuncio del nuovo progetto di Naughty Dog ha sempre il sapore dei grandi eventi, e non potrebbe essere diversamente. Del resto è proprio a questo leggendario studio di sviluppo californiano che dobbiamo alcune delle più grandi proprietà intellettuali della gloriosa storia di PlayStation, alcune delle quali entrate di diritto nel novero dei classici dell’industria.

A partire dalla trilogia originale di Crash Bandicoot passando per quella di Jak & Daxter fino ad arrivare alle avventure di Nathan Drake in Uncharted e all’epopea a tinte horror dei due The Last of Us, l’azienda di Santa Monica ha dimostrato nel corso degli anni di saper spaziare agilmente tra generi anche profondamente differenti tra loro, senza mai perdere il proprio tocco dorato e con un occhio attento all’aspetto della narrativa e, perché no, anche della tecnica più pura. Non c’è da stupirsi, dunque, se anche per la loro prossima opera, i ‘Cagnacci’ hanno deciso di lasciare la strada battuta per lanciarsi in uno spazio del tutto ignoto fatto di storie inedite, personaggi originali e atmosfere mai esplorate prima.

E il termine ‘spazio’ non è usato a sproposito dal momento che Intergalactic: The Heretic Prophet, la nuova IP svelata in pompa magna in calce all’ultima edizione dei Game Awards, è stata presentata come un’avventura spaziale dai toni piuttosto stravaganti, un caso più unico che raro nel sontuoso curriculum della compagnia capitanata dal celeberrimo Neil Druckmann.

Il video, dalla durata di una manciata di minuti, aveva come obiettivo quello di lasciarci respirare, per la prima volta, quelle che saranno le ispirazioni artistiche di questa nuova fatica di Naughty Dog nonché di darci un primo assaggio dei suoi protagonisti e perfino uno sguardo fugace a un frammento di gameplay. Andiamo ad analizzarlo insieme.

Spazio, ultima frontiera

Il trailer si apre su una frase evocativa tratta da quelle che vengono definite ‘scritture Sempiriane’, una sorta di alfabeto alieno che, a quanto pare, è stato portato alla luce sul finire degli anni ’80. Si intuisce, dunque, che ci troviamo in un universo alternativo in cui l’umanità ha compiuto (per qualche non meglio precisata ragione) dei passi consistenti nell’ambito dell’esplorazione spaziale, al punto da poter navigare liberamente tra le stelle già parecchio prima dell’avvento del nuovo millennio.

Tali conquiste tecnologiche e scientifiche hanno permesso all’umanità di entrare in contatto con le civiltà extraterrestri che abitano al di là del proverbiale Velo di Maya ma questo non ha condotto solo a risvolti positivi.

Le musiche di IntergalacticIl trailer rilasciato in occasione dei Game Awards comprendeva una sequenza sulle note di ‘It’s a Sin’, iconico brano tratto dall’album ‘Actually’ del 1987 del gruppo synth pop britannico Pet Shop Boys, ulteriore riprova dell’attenzione infusa da Naughty Dog nella creazione di un contesto narrativo profondamente radicato nell’immaginario degli anni ’80. Le musiche del gioco, dal canto loro, saranno curate dal duo delle meraviglie composto dal polistrumentista statunitense Trent Reznor e dal produttore Atticus Ross, meglio noti con il celeberrimo nome di Nine Inch Nails. Questi ultimi, spesso coinvolti nell’arrangiamento musicale per alcuni dei progetti più in vista del circuito hollywoodiano (tra cui The Social Network di David Fincher, il recente Challengers di Luca Guadagnino e il prossimo Tron: Ares in lavorazione presso Disney), presteranno la loro arte alla creazione di una cornice audiovisiva di prima classe per Intergalactic: The Heretic Prophet.

In questo affascinante contesto facciamo la conoscenza di Jordan A. Mun (portata a schermo dall’attrice statunitense Tati Gabrielle, assurta agli onori della cronaca per i serial The 100 e Le Terrificanti Avventure di Sabrina, oltre che per un ruolo nell’adattamento cinematografico di Uncharted), che viene descritta come un’abile cacciatrice di taglie che si ritrova bloccata su un pianeta distante il quale apparentemente, ha tagliato qualunque forma di comunicazione con l’universo circostante da centinaia di anni: chiunque si sia avventurato nella sua atmosfera in cerca di risposte non ha mai fatto ritorno. Questa intrigante ucronia, ovviamente, si riflette nell’aspetto ‘retrofuturistico’ della tecnologia e in una cifra stilistica vistosamente radicata nell’immaginario sci-fi emblematico degli anni ’80: quando la telecamera si sposta all’interno della navicella di Jordan, possiamo notare schermi a tubo catodico che riproducono cartoni animati tipici di quel periodo storico; ritagli di giornale che suggeriscono qualche piccolo dettaglio aggiuntivo sul passato di questa linea temporale e anche delle fotografie che ritraggono la ragazza assieme alla sua compagnia di ventura, i fantomatici ‘Five Aces’, che sembrano essere scomparsi a seguito di un avvenimento ancora avvolto in un denso manto di segretezza.

Proprio uno di questi individui è l’oggetto della sua ricerca: Mun è sulle tracce di un uomo, Colin Graves (interpretato dall’istrionico attore hollywoodiano Kumail Nanjiani, già visto all’opera, tra le altre cose, in Eternals di Chloe Zhao e nell’ultima iterazione cinematografica dedicata ai Ghostbusters), su cui pende una taglia alquanto sostanziosa e che sembra essersi avventurato su Sempiria prima di far perdere le proprie tracce.

Benché la direzione artistica, almeno per il poco che abbiamo potuto vedere, non faccia gridare al miracolo in termini di originalità (i rimandi ad Akira, ad esempio, non mancano), va reso sicuramente merito a Naughty Dog di aver saputo incapsulare in pochi minuti un intero microcosmo di suggestioni e spunti creativi che non vediamo l’ora di sondare più nel dettaglio.

Ciò che salta subito all’occhio, fin dalle prime battute di questa minuscola particella della storia di Jordan Mun è la cura maniacale infusa dal team di Druckmann (che anche qui ricopre il ruolo di Director, proprio come nel caso di The Last of Us) nella riproduzione fedele del “branding” di alcuni degli oggetti che appaiono nel gioco: la navicella dalle linee taglienti e dal colore carminio vibrante, ad esempio, riporta il marchio Porsche; le scarpe al neon che si intravedono ai piedi della cacciatrice sono a firma Adidas; l’impianto stereo della nave, con tanto di jukebox, equalizzatore e lettore CD multiplo è (ovviamente) targato Sony.

Tralasciando per un attimo le implicazioni materiali dell’inclusione di brand così famosi nel quadro immaginativo di Intergalactic, risulta evidente come gli sviluppatori abbiano voluto intrecciare il mondo ideato per il gioco con quello reale, in modo da immergere in misura maggiore l’utenza nell’universo architettato per l’occasione.Intendiamoci, è innegabile che una gran parte della spinta creativa alla base di Intergalactic sia riconducibile ad altri grandi franchise che ne condividono almeno in parte i principi fondanti, primo tra tutti quello dei Guardiani della Galassia, nello specifico l’adattamento del cineasta James Gunn: l’uso ricorrente di riferimenti alla cultura pop, l’atteggiamento sprezzante della protagonista e perfino il suo giubbotto in pelle rossa richiamano immediatamente alla mente la figura di Star Lord e soci ma conoscendo Naughty Dog e il suo sfavillante storico produttivo, siamo sicuri che sapranno stupirci nei mesi (o anni) che ci separano dall’uscita del titolo.

Navicelle spaziali e spade laser… dove l’ho già sentita questa?

Sebbene, come vi anticipavamo, l’obiettivo del trailer fosse dichiaratamente quello di iniziare a introdurre l’universo di Intergalactic: The Heretic Prophet senza addentrarsi troppo nei dettagli che interessano la struttura del nuovo blockbuster dello studio capitanato da Druckmann, in chiusura abbiamo avuto modo di dare un’occhiata a una brevissima sequenza di gameplay che vede la cacciatrice scontrarsi con una mastodontica creatura biomeccanica armata di un’ascia dal filo laser sullo sfondo di una zona boschiva permeata da una fitta coltre di nebbia.

A dispetto della pistola automatica posta nella fondina da gamba, la ragazza preferisce affidarsi a una lama luminescente che trova spazio in parecchi degli artwork che hanno accompagnato l’annuncio e che, di conseguenza, potrebbe ricoprire un ruolo di rilievo nell’economia del gioco. La spiccata agilità della protagonista che riesce a sfruttare elementi dello scenario per acquisire un vantaggio nella lotta corpo a corpo evidenzia la volontà dell’azienda di promuovere uno stile di combattimento aggressivo che potrebbe trovare pieno compimento in una combinazione tra fasi di duelli all’arma bianca e frangenti imperniati sulle sparatorie che garantirebbero una certa varietà di situazioni all’apparato ludico del prodotto. Alcuni rumor che si rincorrevano in rete negli scorsi mesi, inoltre, parlavano di contaminazioni ruolistiche che avrebbero le carte in regola per impreziosire ulteriormente la proposta. Torneremo sicuramente a parlarne in futuro.

Allo stato attuale, chiaramente, non ci è possibile sbilanciarci circa la profondità della caratterizzazione destinata a Jordan o agli altri membri del cast (che per stessa ammissione di Naughty Dog sarà composto da ‘all-star’ del cinema internazionale), né sull’efficacia dei suoi sistemi ludici e nemmo sulla bontà dell’intreccio narrativo ordito dagli sceneggiatori, ma già solo la prospettiva di assistere alla genesi del nuovo gioco dei Cagnacci di Santa Monica, per giunta forgiato nella culla di un immaginario fantascientifico dalle infinite possibilità, ci lascia ben sperare sul futuro della produzione.

Per quanto siamo consapevoli di essere ancora in una fase primitiva del ciclo di sviluppo (iniziato nel 2020, appena dopo la pubblicazione di The Last of Us Parte II) e che quindi servirà diverso tempo prima di tornare a parlarne, siamo davvero impazienti di saperne di più. Intergalactic: The Herectic Prophet non ha una finestra di lancio ma è in sviluppo dal 2020 (appena dopo la pubblicazione del secondo capitolo di The Last of Us) e dovrebbe arrivare in tempo per chiudere il ciclo vitale di PS5.


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