Varchi portuali bloccati e metalmeccanici in corteo: gli scioperi bloccano Genova
Genova. Nella giornata dello sciopero generale di trasporti, sanità e scuola, a scendere in strada anche i lavoratori del comparto metalmeccanico in sciopero oggi per la ridefinizione del contratto nazionale del settore. Lo sciopero, nazionale, vede a Genova riunite le maestranze di diverse realtà industriali, da Fincantieri ad Ansaldo, con l’adesione massiccia dei lavoratori.
Una giornata di sciopero, quindi, con pesanti ripercussioni sulla viabilità cittadina: dal mattino sono stati bloccati dai lavoratori aderenti al sindacato di base Usb i varchi portuali di San Benigno e di Lungomare Canepa, con immediate conseguenze sul traffico di tutto il ponente genovese, soprattuto tra la gronda a mare, via Cantore e via di Francia.
Da Corngliano, con concentramento in piazza Massena, invece partirà il corteo dei metalmeccanici organizzato da Fiom Cgil e Fim Cisl e Uilm in agitazione per il rinnovo e la ridefinizione del contratto nazionale, contro le “provocazioni di Federmeccanica e Assistal”, come riferiscono i sindacati. In mattinata i picchetti dei lavori davanti ai principali stabilimenti genovesi, come Fincantieri, presidiati dai lavorati fina della prime ore del mattino. La manifestazione attraverserà tutta Sampierdarena, da piazza Montano fino a via Cantore, per arrivare a portare un presidio presso lo svincolo di Genova Ovest, con sicure ripercussioni sul traffico urbano e autostradale.
I lavoratori chiedono che “il contratto nazionale ridistribuisca i profitti accumulati in questi anni dalle aziende; per un aumento salariale adeguato che sia reale per tutti e per il mantenimento della clausola di salvaguardia, per una necessaria ma mai affrontata riduzione di orario a parità di salario, per un mondo metalmeccanico in cui la precarietà venga soppiantata da formazione e contratti stabili, per un lavoro più sicuro e più agibilità per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e per una piena applicazione del nuovo inquadramento affinché davvero la professionalità sia adeguatamente retribuita”.
“Questo problema va affrontato attraverso i contratti nazionali – ribadisce ai microfoni di Genova24 Stefano Bonazzi segretario Fiom Genova – il contratto nazionale dei metalmeccanici che copre un milione e mezzo di lavoratori in Italia è in discussione oggi. La trattativa si è rotta perché Federmeccanica non vuole venire incontro alle giuste rivendicazioni dei lavoratori che chiedono più salario, una riduzione degli orari di lavori e soprattutto più sicurezza sul lavoro. Oggi in linea con la trazione di lotta e di mobilitazione genovese, da questa mattina alle 5:00 di fronte a tutte le principali fabbriche Genovesi sono stati messi in campo dei presidi, da Fincantieri all’Ilva, dalle Riparazioni Navali all’Ansaldo passando per Leonardo e Hitachi. Tutti insieme in piazza per dare una risposta chiara”
“Siamo qua per difendere il nostro contratto nazionale e rispondere alla provocazione di Federmeccanica e da Assistal che vogliono cambiare le regole alla struttura del nostro contratto più importante del nostro paese – ha commentato Christian Venzano segretario Fim Cisl Liguria – parliamo di un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori. Oggi abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e quindi da questo punto di vista noi chiediamo 280€ di aumento sul livello C3 e poi riportato sugli altri livelli. Loro rispondono con la metà, forse anche meno della metà, questo è inaccettabile”.
“La mobilitazione era inevitabile – aggiunge Luigi Pinasco segretario Uilm Genova – soprattutto dopo le provocazioni di Federmeccanica di aver rigettato la nostra piattaforma rivendicativa e averne presentato una sua completamente diversa. Ricordiamo che la nostra è stata approvata al 98% dei lavoratori metalmeccanici nel mese di aprile quindi noi trattiamo innanzitutto su le nostre rivendicazioni. Chiaramente la lotta per il salario è alla base di tutto. Questo paese ha un grosso problema salariale – dovuto anche in primis alla pressione fiscale – ma noi abbiamo bisogno che i 280 euro, che è la nostra richiesta, nel prossimo triennio vengono erogati ai lavoratori metalmeccanici che hanno perso potere d’acquisto a causa dell’ inflazione e della speculazione”.