“Lavoreremo sulla Mole e sul Massimo” – Torino Oggi
Per il Museo del Cinema si sta per chiudere un anno da record. Come annunciato durante un incontro la stampa dal presidente Enzo Ghigo: “Gli ingressi a fine 2024 sono in previsione superiori a quelli del pre Covid. Nel 2019, erano 665 mila i visitatori, quest’anno ne prevediamo più di 800 mila, mentre l’anno scorso erano 760 mila. C’è un trend che corrisponde agli investimenti, la mostra di Tim Burton per esempio è costata cara, si sa”.
Aspettando James Cameron
Dopo Tim Burton, Martin Scorsese e tutti i vip del Torino Film Festival, tra le prime star che nel 2025 varcheranno l’ingresso della Mole, l’annunciato James Cameron che riceverà la Stella e che aprirà la mostra, già esposta a Parigi, e che sarà implementata. “Avrà una veste adeguata allo spazio – commenta il direttore Carlo Chatrian – Con un regista così attento alla tecnica c’è stato un investimento di persone ed economico importante. Stiamo lavorando affinché sia spettacolare”.
Chatrian potrà finalmente mettere mano al programma del Museo e del connesso Cinema Massimo solo a partire da gennaio 2025 quando inizierà ufficialmente il suo incarico. E proprio sul Cinema vuole concentrare la sua attenzione.
“Oggi è spesso usato come spazio pubblico per le proiezioni dei festival, ci sta, ma il rischio è che si perda l’identità della sala. Ecco, ci sono delle valutazioni in corso, ma l’intenzione è di investire sul Massimo”.
Portare il Museo al di fuori di Torino
Cercare di far conoscere la realtà della Mole al di fuori di Torino, oltre ai confini nazionali, è uno degli altri obiettivi che sia Chatrian sia Ghigo si stanno ponendo, in questo senso il clamore dell’ultimo Torino Film Festival, con dive come Sharon Stone e Angelina Jolie, ha aiutato.
“Se vuoi un tipo di glamour ti devi rivolgere a chi è in grado di offrirtelo – commenta Ghigo – La moglie di Base ha dato un risultato, è innegabile. L’anno prossimo decideremo come e se inserire la sua figura, ci sono delle difficoltà a livello legislativo. Ciò non toglie che Giulio ha i suoi meriti, è una persona disponibile, competente, capace. Insieme sono squadra vincente”.
Tra le progettualità, la sfida del Museo sarà sul nuovo allestimento: “Dobbiamo riorganizzare i flussi di entrata e uscita – spiega Chatrian – ripensando il giardino come accesso con biglietteria, caffetteria e un bookshop. Il piano zero anche sarebbe da ripensare ripensato e poi ci concentreremo sull’implementazione delle tecnologie. Poi possiamo pensare a nuove destinazioni di cosa c’è già, ad esempio la sala VR potrebbe essere spostata. Servono indagini preliminari che sono state fatte e che si faranno. Vogliamo che sia un bando internazionale”.
Per le indagini di progettazione si dovrà attendere qualche mese, ma nel 2025 si dovrebbe far partire la gara di progettazione.
Il rapporto con la Palazzina Rai
Resta aperta l’opzione del coinvolgimento della Palazzina Rai a fianco della Mole. “Il dossier è aperto – spiega Ghigo – ma non sappiamo se andrà in porto. Il Ministero ha destinato risorse importanti per queste operazioni di riqualifica. In quattro anni investirà 40 milioni di euro che saranno impiegati per la ristrutturazione”.
Proprio il Museo negli ultimi tempi è stato preso di mira dai manifestanti Pro Palestina che sono riusciti a entrare più volte nella struttura.
“Il nostro Segretario Generale, Daniele Tinti, partecipa al tavolo del Coisp – precisano Ghigo e Chatrian – Nel cortile della Mole, quando ci sono manifestazioni, si troverà una camionetta delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza. È il simbolo della città quindi è ovvio che venga individuato da chi vuole protestare”.
Novità anche sul fronte della struttura interna, il Museo è infatti la prima istituzione ad aver siglato un accordo con i sindacati che entrerà in vigore dal 1 gennaio e che prevede una riduzione delle ore lavorative del personale da otto a sette e mezza (il Museo ad oggi conta 71 dipendenti, ndr).